L’intervento Tasse su misura come in Svizzera

(...) Il sindaco ha proposto di trasformare Milano in una zona con trattamenti fiscali speciali per chi già opera in questo territorio o potrebbe decidere di farlo. Per comprendere quale possa essere il valore rivoluzionario di tale proposta, basterebbe far parlare un qualunque imprenditore desideroso di aprire uno stabilimento nella «sua» Milano. Direbbe che, se sulla realizzazione di un nuovo impianto industriale, del costo stimabile in 15 milioni di euro, l’impresa deve conteggiare altri 3 milioni di euro di «costi accessori» dovuti a consulenze, perizie e altre procedure discrezionali richieste dalla pubblica amministrazione, quell’attività aziendale parte già con il 20% di costi in più e di competitività in meno. Se poi a questo si aggiunge l’onere della pressione fiscale, che oramai supera il 60% dei ricavi, si comprende la ragione per cui un piccolo industriale della «ricca» Milano decida di delocalizzare la fabbrica. Non in Marocco o in Turchia, come sarebbe facile immaginare, ma nel Canton Ticino o in Tirolo, cioè dove risultano vincenti la fiscalità favorevole, ma anche l’efficienza dei servizi e la certezza dei tempi burocratici e delle regole amministrative. Che la proposta Moratti possa diventare una sorta di progetto pilota del federalismo fiscale, spetta ai politici e ai loro tecnici dirlo. Di sicuro, Milano è il laboratorio e la guida del Paese in molti ambiti, a cominciare da quello economico. Come sostiene Enzo Rullani, uno dei massimi esperti italiani di sviluppo industriale, per rilanciare la competitività del nostro tessuto produttivo «servono iniziative di sostegno ai “pionieri” che esplorano strade nuove, vincolate a una sola condizione: che si portino dietro le rispettive filiere, in modo da rendere l’innovazione un processo di sistema e non di singola azienda, avulsa dal suo retroterra produttivo e territoriale».

Ecco allora un’ipotesi di lavoro, in più fasi, su cui Confapi Milano vorrebbe aprire un confronto per rendere concretamente realizzabile la proposta Moratti: monitorare i settori produttivi milanesi su cui è maggiore la pressione competitiva dall’estero; individuare le produzioni innovative, soprattutto quelle in sinergia con il sistema della creatività e della ricerca universitaria; definire le aree potenzialmente sfruttabili per insediamenti industriali in una logica di ecocompatibilità. Se da qualche parte bisogna iniziare a operare per il rilancio industriale, Milano è la location più adatta, anche con lo sguardo rivolto al grande progetto dell’Expo 2015.
*Direttore generale
Confapi Milano

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