Cultura e Spettacoli

L’INTERVISTA 4 ANTONIO LEONE

Se i grandi e medi editori sono a caccia di gigaseller c’è però anche un “giovane” editore che sta facendo la scommessa opposta, andando un po’ controcorrente. Antonio Leone, 51 anni, sposato con due figli, dopo una lunga esperienza d’imprenditore nel settore dei servizi alle aziende, ha deciso di affrontare la scommessa editoriale.
Perché si è gettato nel mondo dei libri?
«Quando ho lasciato il mio lavoro nel settore dei servizi, avevo deciso di prendermi un anno sabbatico. Poi è nato mio figlio e mi sono rimesso in moto. Ma questa volta ho deciso di seguire la mia grande passione: i libri».
È un’epoca difficile per l’editoria...
«Sono appassionato, direi maniaco dei libri. Lo sono sempre stato, da quando ero piccolo. Mio padre, che è stato direttore di diversi giornali locali, tornava a casa quasi ogni settimana con un libro in regalo per me. Da lì la passione e poi la scelta di puntare o sugli esordienti o su opere dimenticate di autori classici».
La vostra collana «i Leoncini» per intenderci, testi brevi che spaziano dall’esordiente a Pirandello...
«Noi a guardiamo con interesse ai tanti giovani autori che vivono nel nostro Paese e vogliamo intercettare chi ha poca visibilità, ma un talento indiscusso. Una collana del genere mostra la considerazione che abbiamo per i giovani. E poi ci piace questo formato tascabile che fa arrivare il libro a tutti, sono libri per il pendolare ma numerati, quasi da collezione. Ne sono molto fiero».
E funziona?
«Ad esempio abbiamo Luca Filippi, l’autore de L’arcano della Papessa che sta andando molto bene. Ma anche altre collane con formati più classici ci fanno ben sperare... Abbiamo p altri titoli in cui crediamo molto come Il gemello di Napoleone di Jacques Forgeas, o Unhappy Hour di Andrea Indini, che peraltro scrive proprio per Il Giornale. Non abbiamo ancora dei dati ma la sensazione è che stiano andando bene e tra poco arriva Criptocrazia di Paolo Ferrari, un titolo illuminante sul clima in cui viviamo oggi...».
Ma se in tutto questo, esordienti a parte le capitasse tra le mani un super libro da milioni di copie?
«Non escludiamo niente, se si riuscisse a creare un progetto compatibile con le idee e la filosofia della casa editrice... Vendere piace a tutti».
Intanto però siete così orientati verso l’esordiente italiano che avete ideato un vostro premio letterario...«Sì, la Leone editore ogni anno in onore della memoria di mio padre istituisce un concorso e premia un romanzo e un racconto.

I vincitori oltre a un compenso economico vedranno il loro lavoro pubblicato e otterranno un regolare contratto».
MSac

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