Si chiama Brooks, ma non fa ridere come suo padre Mel, il regista di Frankenstein Junior (1974). Al contrario, Max Brooks è forse il massimo esperto mondiale di zombi. O almeno lunico che abbia scritto un Manuale per sopravvivere agli zombi (Einaudi) o compilato un reportage immaginario - World War Z - scritto durante la terza guerra mondiale, quella combattuta dai «non morti», appunto.
Perché ha deciso di scrivere di zombie?
«Semplice: gli zombie mi hanno sempre terrorizzato. Mi spaventavano a morte sia i film di George Romero sia quelli di Dario Argento. Ma non si tratta solo di questo. Gli zombie hanno in sé una natura apocalittica. Le storie di zombie in qualche modo parlano della fine del mondo. È questo a interessarmi».
È questa chiave apocalittica a spiegare perché piacciono tanto ai lettori e agli spettatori?
«Io penso che viviamo in unepoca davvero piena di incertezze. La gente è molto preoccupata riguardo al suo futuro: siamo nel mezzo di una recessione economica, cè il terrorismo, il riscaldamento globale. E anche a guerre non scherziamo... Sono tutte paure troppo reali per rifletterci davvero. Se usiamo i non morti riusciamo a pensare allapocalisse attraverso una metafora tutto sommato rassicurante.
Ma se ci fosse davvero unepidemia di zombie, sopravviveremmo?
«Dipende dalla situazione interna delle varie nazioni. I Paesi in cui la popolazione fosse capace di mantenere la calma e lunità dintenti potrebbero riuscire a cavarsela. Se invece prevalessero la divisione, la cattiva organizzazione e il panico, non ci sarebbe scampo».
Essendo italiano, sono felice che gli zombie non esistano. Esisterà però una versione cinematografica del suo libro. Sta seguendo i lavori?
«In questo caso sono solo uno spettatore. Ho finito il mio compito scrivendo il miglior libro che potevo. Ora lascio che siano Brad Pitt e la sua produzione a farne il miglior film di zombie che possono».
Il genere funziona, sono in arrivo anche nuove serie tv come The walking dead...
«Beh, la popolarità genera denaro e il denaro genera popolarità...
Ha visto questi nuovi telefilm e pellicole?
«Ne ho viste molte. E alcune sono davvero buone. Ma io continuo a pensare che Zombi di Romero sia ancora il migliore di tutti i tempi».
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