L’INTERVISTA DI CARROBIO

Francesca Di Carrobio è ad di Hermès Italia: ovvero di uno dei marchi che hanno fatto la storia del lusso, e continuano a farla.
Che strategia avete per affrontare il 2009?
«Hermès ha valore perché è un marchio conosciuto, un’azienda, vorrei dire, di artigiani. Perciò la strategia non può essere che una: rimanere quello che siamo, fare cioè prodotti che hanno nella bellezza della forma la loro funzione. Che poi è il principio del design: e spiega perché una borsa o un foulard di Hermès sono ancora attualissimi dopo decenni».
Artigiani, ma con dimensioni da multinazionale.
«Questo è vero: abbiamo 280 negozi e 7.700 dipendenti nel mondo, un fatturato previsto per il 2008 di 1,65 miliardi di euro, ma restiamo a dimensione umana. Tanto che per Natale abbiamo deciso di fare ai nostri dipendenti un regalo davvero insolito: realizzare il loro sogno. Ognuno poteva indicare il suo: e dieci persone, estratte a sorte, hanno potuto metterlo in pratica. Così c’è chi ha fatto un viaggio in Transiberiana, e chi ha voluto provare l’ebbrezza della mongolfiera».
Marchio francese, passione italiana: quanto conta il nostro Paese per Hermès?
«In Europa l’Italia è il primo mercato dopo la Francia. Ci teniamo molto perché è il migliore test per i nostri prodotti: se una borsa o un gioiello piacciono qui, nella patria dell’artigianato e del savoir vivre, vanno bene ovunque».
Ma non è sempre stato così.


«In effetti, la prima sfida che ho dovuto affrontare in Hermès Italia è stata proprio conquistare gli italiani a tutti i livelli, non solo i super ricchi o i turisti stranieri. Oggi, 8 vendite su 10 in Italia sono fatte a residenti».

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