«È legittima la richiesta di aiuti allUe e ai singoli Stati. Bisogna sostenere il mercato e predisporre il cliente allacquisto di vetture «pulite». E poi devessere appoggiato lo sforzo dei costruttori nello sviluppo di veicoli sempre più efficienti». Il Giornale ha incontrato Gilles Michel durante uno dei suoi frequenti blitz in Italia, dove il top manager ha avuto modo di fare il punto della situazione con Jean-Philippe Imparato, amministratore delegato della filiale con sede a Milano.
In Francia la strategia dincentivazione «bonus malus» legata alle emissioni di CO2 ha funzionato.
«Obiettivo raggiunto e con costi globali contenuti. Le emissioni sono scese in media di 8 grammi e il 10% del mercato è passato da 160 a 130 grammi di CO2 al chilometro».
Le decisioni dellUe sul CO2: chi ha vinto e chi ha perso?
«Ha vinto la ragione e gli obiettivi dellUe sono stati mantenuti. Ora abbiamo di fronte limiti possibili ed equi».
Come affrontate, a livello di gruppo, il tema «low cost»?
«Nel medio termine realizzeremo per i mercati emergenti una vettura di bassa gamma, mentre in Europa lanceremo unauto da città economica, essenziale ed ecologica: è il C-Cactus presentato al Salone di Parigi (arriverà nel 2011 e dovrebbe costare meno di 10mila euro, ndr)».
In Francia chi sta peggio? Citroën, la «cugina» Peugeot oppure Renault?
«Non parlo dei concorrenti, inclusa Peugeot. Dico solo che Psa è un gruppo sano e altrettanto lo è la nostra società finanziaria. Abbiamo anticipato i tempi, lanciando nel febbraio 2007 il piano Cap 2010 basato sulla riduzione dei costi. Ora siamo nella giusta posizione per affrontare questa tempesta.
E il piano di sviluppo di Citroën?
«Confermato. Potrà solo cambiare il ritmo di sviluppo nei Paesi emergenti. Ci si dovrà adattare alla situazione».
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