L’INTERVISTA GUERRINI

«L’intesa tra governo, banche e imprese sul credito è stata solo il primo passo. Ora terremo le banche sotto controllo, con un monitoraggio continuo: i primi dati li avremo fra poche settimane. E vedremo se davvero le cose stanno cambiando». Così Giorgio Guerrini, presidente di Confartigianato, descrive l’impegno dell’associazione per eliminare gli ostacoli che le piccole imprese incontrano nella concessione del credito.
Dalle piccole aziende arriva un vero e proprio grido di dolore...
«Lo sappiamo, tanto più che noi l’emergenza credito l’avevamo individuata fin dallo scorso anno. E riteniamo che il governo abbia dato una prima risposta efficace, siglando l’accordo con le banche e le imprese, nella cornice della moratoria sugli interessi dei mutui e dei leasing. Come Confartigianato poi ci siamo mossi in modo molto forte, per ampliare quell’accordo siglando una serie di intese con Unicredit, Intesa Sanpaolo, Federcasse, cioè il credito cooperativo, e le banche popolari».
Che cosa prevedono?
«Procedure più snelle per concedere il credito, avendo come interlocutore le associazioni di impresa e i Confidi, in modo meno vincolante rispetto a quanto prevede Basilea 2. Il taglio dei prestiti va da 20-25mila a centomila euro: in questo modo si può rispondere a un’emergenza che riguarda centinaia di migliaia di imprese».
Ma da più parti arrivano ancora segnalazioni di risposte negative da parte delle banche...
«Io sto ai fatti. Il governo si è mosso in modo energico nei confronti delle banche, stipulando l’accordo del 3 agosto: noi poi abbiamo fatto questi accordi migliorativi, per i quali Unicredit ha messo a disposizione un plafond di un miliardo, Intesa Sanpaolo di 3 miliardi, e altri 3 ne hanno messi a disposizione le banche popolari e il credito cooperativo. Certo che poi bisogna vigilare, perché può capitare che un idraulico di provincia, per fare un esempio, si senta dire di no quando va a chiedere un prestito alla sua filiale di riferimento. Comunque gli accordi sono recenti; parliamo di 10 o 15 giorni fa, quindi diamo il tempo di partire».
E dopo che saranno partiti?
«Abbiamo organizzato dei comitati regionali che verificheranno mese per mese se c’è reale flessibilità, se il credito di piccolo taglio viene effettivamente erogato nell’arco dei sette-dieci giorni previsti dagli accordi e se il plafond è sufficiente. Fra poche settimane avremo i primi numeri: quante richieste ci sono state, quante evase e quante nel cassetto.

A luglio, un sondaggio tra i nostri associati ha messo in evidenza un dato preoccupante, con un’azienda su quattro in difficoltà per quanto riguarda il credito: ci aspettiamo che i numeri migliorino. Ma vedremo alla prova dei fatti».

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