Cronache

L’inutile attesa di una visita a San Martino

L’inutile attesa di una visita a San Martino

Chiara Ennas

Chiunque si è trovato almeno una volta nella vita ad aver bisogno di un ospedale o di un pronto soccorso; ed è accaduto a un signore genovese di 83 anni che, dopo aver accusato un malore e un forte mal di testa, trasportato prontamente dalla figlia al San Martino, si è trovato ad attendere per più di cinque ore, senza che nessuno lo degnasse di attenzione, figurarsi di una visita, anche superficiale.
L’accaduto risale a venerdì pomeriggio e chi ha testato sulla propria pelle o su quella di un parente il pronto soccorso del San Martino sa che cosa succede ad avere un «codice verde», se non addirittura bianco. A coloro che arrivano vengono infatti assegnati, come in tutti gli ospedali, dei codici, che spaziano dal rosso, per i casi più gravi quali incidenti stradali, al bianco, considerato il livello più basso di allerta. Nel mezzo il giallo e il verde: il primo per casi gravi, ma non così urgenti come per il codice rosso, il secondo per le persone che benissimo non stanno, ma che possono comunque aspettare. Il signore di 83 anni, però, già cieco, aveva il sospetto che quel mal di testa, così simile a quello che aveva preannunciato la perdita del primo, potesse essere sintomo di problemi all’altro occhio ed è per questo motivo che alle 15 si è fatto accompagnare all’ospedale. Peccato che una volta arrivato lì e ricevuto il codice verde, né un medico né un’infermiera si siano avvicinati: semplicemente è stato messo su una barella e lasciato nel corridoio - quei corridoi d’ospedale che non sono certo il paradiso, vista la facilità con cui ci si può prendere una polmonite. E questo fino alle otto di sera circa. Nel frattempo la figlia si adoperava perchè qualcuno le dicesse che cosa fare, ma le infermiere hanno potuto solo replicare: «Ha visto la situazione?». Certo quest’ultima non era delle più semplici, si sono presentati alcuni casi gravi da risolvere e un generale andirivieni, senza contare le persone che attendevano con una pazienza a dir poco biblica anche dalle dieci di mattina.
Fortuna è stata che l’ottantreenne si è a poco a poco ripreso autonomamente, e a quel punto i figli hanno deciso di portarlo via da quella specie di bolgia infernale, senza però accettare di firmare per assumersi ogni responsabilità. Al che al posto di polizia hanno potuto solo prenderne atto e replicare che lì «purtroppo, funziona così».


Dire che lì, purtroppo, «non» funziona così è stata l’unica risposta possibile dopo l’estenuante attesa.

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