Certo, dopo la lezione di Corano, di bello restano solo le hostess arruolate per la bisogna. E magari il colonnello Gheddafi poteva evitare di chiedere soldi in cambio della sua fermezza contro limmigrazione clandestina, perché magari è vero che le donne nel suo Paese sono trattate meglio che da noi (le amazzoni, forse?), però qui in Occidente il «pagare moneta, vedere cammello» non si usa più da qualche generazione. Ma siccome appunto business is business, a quelli che affermano lItalia «è stata svenduta a un dittatore» - comè puntualmente uscito dal manuale dellantiberlusconista militante - bisognerebbe rispondere con le parole di Montesquieu citate dalleconomista Sapelli: «Il commercio porta libertà». Il commercio soprattutto ha portato a cena con Gheddafi (elenco tratto dal Sole-24 ore di ieri) lamministratore delegato dellEni Scaroni e quello di Finmeccanica Guarguaglini, il direttore generale di Confindustria Galli e i vertici dellEnel, Piero Gnudi e Fulvio Conti.
E poi: il presidente di Alitalia Colaninno, il numero uno di Impregilo Ponzellini, il presidente della Bnl Abete, il responsabile delle relazioni istituzionali Fiat Jonella Ligresti, lad di Unicredit Alessandro Profumo.
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