L’Italia ha trovato la colonna sonora per il premier: i fischi

Duramente contestato per la seconda volta in tre giorni: a Roma lo insultano tassisti e gente comune. Il suo portavoce Sircana: «Io non li ho sentiti...». Ma D’Alema: «Dobbiamo reagire»

Emanuela Fontana

da Roma

Rischia di diventare il tormentone di fine 2006. I fischi a Romano Prodi. Domenica a Bologna, ieri a Roma. Nell’opposizione si parla già di «colonna sonora».
Pieno centro di Roma, ieri mattina. Prodi esce dall’hotel Plaza di via del Corso dopo aver partecipato all'assemblea nazionale degli artigiani. Ad attenderlo una cinquantina di persone, tra cui alcuni tassisti. Qualche applauso viene travolto da una scarica di disapprovazione. Un tassista accusa il premier di aver fatto perdere alla categoria «120 euro al giorno». Non è il fischio allegro di complimenti a una bella ragazza, ma quello fastidioso del rifiuto. È la seconda volta in tre giorni, e anche nella maggioranza ci s’interroga sul caso del fischio. I più fedeli continuano a minimizzare: «Prodi è stato fischiato dai tassisti, se avessero trovato me fuori...», ha azzardato il ministro per lo Sviluppo Economico Pierluigi Bersani. Per il politico meno popolare tra le auto bianche (dopo il suo decreto sulle liberalizzazioni) non è successo nulla di grave: «Questi mestieri non li facciamo solo per gli applausi, è normale ricevere fischi...». «Ma quali fischi!», ha corretto il portavoce di Prodi, Silvio Sircana. Prodi, Bersani e Visco «sono stati applauditi a lungo dall’assemblea nazionale degli artigiani».
Ma fuori, per la strada? Sircana non ha udito i fischi, ma non devono essere sfuggiti a Massimo D’Alema, perché il vicepremier ha spiegato: «Quando Berlusconi veniva fischiato era sempre per un complotto della sinistra. Se i fischi li riceviamo noi, subito ci si chiede dove abbiamo sbagliato e che dobbiamo riflettere. La verità sta nel mezzo». I fischi devono essere dunque uno stimolo per alzarsi e ripartire: «Dopo la Finanziaria il governo ha incontrato difficoltà. È giusto comprendere le difficoltà, ma anche reagire di fronte ad esse». C’è fischio e fischio, invece, secondo il segretario dei ds Piero Fassino: «Distinguerei i fischi di oggi che, come quelli dell’altro giorno, sono frutto di un nucleo organizzato, da un sentimento di disagio e malessere che in effetti si manifesta in parti della società». Questo malessere silenzioso «bisogna guardarlo, ascoltarlo».
A Prodi sono arrivate in ogni caso due dimostrazioni di solidarietà. Una da un alleato e l’altra da un avversario: «Devo essere sincero, mi dispiace perché prodi rappresenta le istituzioni, il governo di tutti gli italiani», ha detto Silvio Berlusconi. Ha ricordato, però: «I fischi che ho ricevuto io furono cose sporadiche, mentre mi pare che adesso succedano con continuità...». È polemico invece con i contestatori il ministro della Giustizia Clemente Mastella: «Mi pare che ci sia carenza di arbitri nel calcio. Potrebbero andarci queste persone, con i fischietti». È preoccupato il leader dell’Italia di mezzo Marco Follini: questa politica di «opposte tifoserie» rischia di aprire «la strada al populismo».
Ma secondo l’opposizione i fischi ripetuti sono la «spia di un malessere nel Paese», come dice il leader della democrazia Cristiana Gianfranco Rotondi. E le letture della contestazione sono in contrasto: «D’Alema dice che bisogna capire i fischi - sottolinea il portavoce di Berlusconi, l’onorevole Paolo Bonaiuti -. Fassino dice invece che i fischi sono organizzati: ma se non si mettono d’accordo tra loro, come pretendono di andare d’accordo con la gente?».
«Costruirò un comitato per rivalutare e rilanciare la mortadella nel mondo - ha assicurato invece ironico Gianfranco Fini -. Non è possibile che per il solo fatto che venga associato a Prodi, ormai contestato quotidianamente, un insaccato così buono viva un momento di crisi». Il presidente del Consiglio, secondo il leghista Roberto Calderoli, dovrebbe prendere esempio dal tenore Roberto Alagna: «Ha abbandonato il palco perché fischiato da alcuni loggionisti alla Scala, mentre a fischiare Prodi c’è tutto il Paese». Per questo dovrebbe come minimo «abbandonare la scena».


Ormai «quando la gente inizia a fischiare, apparentemente senza motivo», avverte infine il senatore dell’Udc Francesco Pionati è «per segnalare la presenza del presidente del Consiglio». Sta nascendo «il Prodi detector».

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