L’Italia mette gli occhi sul telescopio dei record

RomaL’Italia, in prima fila con ricercatori e industria nel progetto internazionale del radiotelescopio Ska da 1-2 miliardi di dollari, lancia oggi la candidatura di Roma come sede di coordinamento del progetto Ska (Square kilometers array). «Si sono già manifestati l’interesse e l’impegno del governo perché le imprese italiane possano partecipare al progetto, sia nel caso in cui la sede sarà in Australia, sia che sarà in Sud Africa», ha detto il viceministro per lo Sviluppo economico, Adolfo Urso. L’occasione è stata la conferenza stampa organizzata nell’ambito del convegno della Cooperazione genetica sulla scienza e la tecnologia (Cost), alla quale hanno partecipato rappresentati del mondo della ricerca, con l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e del mondo dell’industria, con Finmeccanica e Confindustria.
La candidatura di Roma ha trovato il pieno sostegno del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che ha auspicato che «tutte le forze politiche ed istituzionali siano al nostro fianco in questa importante impresa».
Ska è un progetto avveniristico che prevede 1.500 antenne distribuite su una superficie di un milione di metri quadrati: tutte insieme funzioneranno come un’unica gigantesca antenna dal diametro di 3.000 chilometri. «Permetterà di fare un enorme passo in avanti nella conoscenza dell’universo», ha detto il presidente dell’Inaf, Tommaso Maccacaro. Il radiotelescopio sarà infatti così potente da studiare fenomeni ancora misteriosi, come il passaggio dall’universo «buio», come era subito dopo il Big Bang, a quello «trasparente alla luce» che vediamo ora. Permetterà anche di capire origine ed evoluzione dei campi magnetici.
Il radiotelescopio potrebbe essere realizzato in Australia o in Sud Africa e la cabina di regia potrebbe trovarsi a Roma. La proposta, avanzata dal viceministro Urso, oggi ha trovato il pieno consenso del vicedirettore generale della Confindustria, Daniel Kraus, e del rappresentante della Finmeccanica nel gruppo di lavoro Ska, Giuseppe Viriglio, presidente della Telespazio.
La sede, secondo Urso, potrebbe essere la Tiburtina Valley, con ricadute interessanti su ricerca e occupazione, considerando che a regime potrebbero lavorare nella sede da 300 a 350 persone.

Una proposta condivisa da Alemanno, per il quale «se la proposta italiana verrà accolta, questo potrebbe produrre grandi effetti positivi sulla ricerca e sull’occupazione, non solo quella di alta specializzazione».
Si apre quindi un’intensa fase di negoziati a livello internazionale che, per gli esperti, potrà portare ad una decisione entro l’anno.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica