RomaAria nuova in casa Rai: ieri il consiglio di amministrazione, su proposta del direttore generale Mauro Masi, ha approvato la nomina di Mauro Mazza alla direzione di Raiuno e dellinviato della Stampa, Augusto Minzolini, alla guida del Tg1.
Nominati tre vicedirettori generali che si affiancheranno al confermato Giancarlo Leone che avrà la delega sullo sviluppo del digitale terrestre. A Gianfranco Comanducci spetteranno gli Affari immobiliari, gli approvvigionamenti e i servizi di funzionamento, a Lorenza Lei lArea produttiva e gestionale e ad Antonio Marano (che resta direttore di Raidue ad interim) il coordinamento dellofferta televisiva. Alla direzione del Tg2 subentrerà temporaneamente a Mazza il vicedirettore Mario De Scalzi.
Le designazioni sono state approvate allunanimità perché i tre consiglieri dellopposizione Nino Rizzo Nervo, Giorgio Van Straten e Rodolfo De Laurentiis hanno abbandonato il consiglio prima della votazione, in polemica con le decisioni del vertice aziendale, e hanno convocato una conferenza stampa improvvisata. A rappresentare il centrosinistra è rimasto il solo presidente Garimberti che ha votato di comune accordo con Gorla, Rositani, Petroni, Verro e Bianchi Clerici.
«Ho rispetto dellopposizione sul piano aziendale e istituzionale. Ma le nomine le ho proposte io al cda che le ha votate anche con il voto del presidente Garimberti», ha dichiarato Masi al termine del consiglio mettendo in evidenza la propria totale assunzione di responsabilità. A lui i ringraziamenti del neodirettore del Tg1 Minzolini, pronto a cominciare lavventura: «Ringrazio il direttore che ha fatto il mio nome, il presidente che mi ha dato fiducia e i consiglieri che mi hanno votato».
Il presidente Paolo Garimberti ha motivato il proprio voto favorevole perché le nomine erano «urgenti e nellesclusivo interesse aziendale». Analogamente, il numero uno di viale Mazzini si è detto rammaricato per la «frattura consumata in cda» auspicando che il consiglio «possa rapidamente tornare compatto e per farlo servono comportamenti e proposte concrete e condivise». Garimberti, infatti, ha ritenuto «condivisibili» alcune rimostranze, in particolare sul modello di riorganizzazione aziendale la fiducia è «condizionata, un oui mais (sì, ma)».
LAventino di Rizzo Nervo, Van Straten e di De Laurentiis non era inatteso, ma la virulenza dei toni non promette nulla di buono. «Oggi cè linfluenza di un partito-azienda sulla Rai» e «si è creata una frattura insanabile» ha spiegato lex Margherita Rizzo Nervo pur premettendo che «la politica non centra assolutamente nulla». Laltro consigliere in quota Pd, il veltroniano Van Straten, ha lamentato di non aver potuto discutere delle proposte di nomina perché presentate allultimo momento. Per De Laurentiis «si ratifica la dipendenza del cda da fonti diverse dallo statuto e dal codice civile».
Il consigliere di ispirazione Udc è stato il più diretto nellesplicitare il carattere antiberlusconiano della polemica.
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