S ono 38 musicisti. Il 6 aprile, quando il terremoto ha trasformato l'Aquila in un ammasso di macerie, dopo aver assicurato la vita dei propri cari, hanno lasciato le abitazioni portandosi la cosa più preziosa che un artista possegga, lo strumento musicale. Tempo dieci giorni, e già si incontravano con il fermo proposito di rimettere in moto la macchina musicale. E da allora, non si sono mai fermati. Sono i professori dell'Orchestra Sinfonica Abruzzese. Oggi, alla Scala (ore 20), danno il via al giro di concerti a favore del restauro del teatro dell'Aquila. Lunedì saranno al Bibiena di Mantova, ospiti della stagione Tempo d'Orchestra. Seguono, ma a distanza, la tappa di Roma, i concerti in Spagna e negli Usa. Altri progetti stanno prendendo forma, sulla scorta di un'energia che combina la forza della disperazione con la scorza dura d'Abruzzo. Sono arrivate alcune case, la prima emergenza è stata superata, per la ricostruzione del teatro si sono raccolti 2milioni di euro. Ma l'Aquila continua ad essere spettrale. La normalità è un traguardo ancora lontano. «Fino ad ora s'è costruito, Guido Bertolaso ha fatto un ottimo lavoro. Ma ora bisogna iniziare a ricostruire», spiega Giorgio Paravano, segretario generale dell'Orchestra. Ma quando riaprirà il teatro? «Si spera entro un paio d'anni. I lavori dovrebbero partire entro il 2009. Se così non fosse, pioggia e neve, darebbero l'ultimo colpo di grazia alla struttura. Poi il problema sarà riportare le persone in un luogo chiuso. Ammesso che questa città ritorni a vivere». Che ruolo hanno i giovani musicisti in tutto questo? «Il direttore del Conservatorio mi ha appena comunicato che le iscrizioni sono aumentate del 20%. E dire che il conservatorio è ora ospitato in container. Chieti, poi, ci ha messo a disposizione le sue strutture.
Saremo loro sempre grati. Ma tutto il mondo musicale ci è stato solidale. Le visite del Ministro Bondi e Nastasi ci hanno incoraggiato, per esempio. Ci è poi stato garantito che i nostri fondi saranno esenti dai tagli al Fus».Lorchestra sinfonica abruzzese «Ricostruiremo il nostro teatro»
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