L’Ossezia del Sud verso l’indipendenza

da Tbilisi

Cresce la tensione tra Russia e Georgia per la regione caucasica dell’Ossezia del Sud, dove ieri si è tenuto un referendum per il distacco della piccola Repubblica da Tbilisi con l’obiettivo di entrare a far parte della Federazione russa. L’esito della consultazione appare scontato: i 70mila abitanti dell’Ossezia meridionale sono russi. Ieri non si è votato soltanto per il referendun, ma anche per le elezioni presidenziali. Anche in questo caso non vi sono dubbi sulla rielezione del capo dello Stato uscente, Eduard Kokoity.
La Georgia - che assieme alla Nato e all’Ue non riconosce il referendum - ha indetto ieri un’altra consultazione elettorale nell’area sotto suo controllo in Ossezia del Sud. Benché prive di qualsiasi riconoscimento internazionale, le autorità separatiste di Tskhinvali sono di fatto autonome dalla Georgia fin dalla guerra contro Tbilisi dei primi anni Novanta, godono dell’appoggio politico ed economico di Mosca e mirano a ricongiungersi con la Repubblica russa dell’Ossezia del Nord.
Il presidente georgiano Mikhail Saakashvili, che gode di simpatie e appoggi negli Stati Uniti, ha chiaramente posto come suo obiettivo la riconquista del controllo dell’Ossezia del Sud. Ad alzare la tensione tra Mosca e Tbilisi ha contribuito ieri l’annuncio dato dalle autorità dell’Ossezia del Sud di avere sventato un complotto georgiano per uccidere Kokoiti. Tbilisi ha smentito e il suo ministero degli Esteri ha definito il referendum una espressione della politica antigeorgiana di Mosca.
I rapporti fra la Georgia e la Russia hanno subito un serio deterioramento negli ultimi mesi, da quando Saakashvili ha cercato di stringere legami più stretti con l’Ue e la Nato.

Il segretario generale della Nato, l’olandese De Hoop Scheffer, ha detto: «Noi sosteniamo l’integrità territoriale della Georgia» e ha invitato tutte le parti in causa a negoziare per trovare una soluzione pacifica alla crisi.

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