L’Udc determinante per far perdere Biasotti

L’Udc determinante per far perdere Biasotti

(...) in maniera significativa l’astensione: in Liguria ha votato il 60,94 per cento degli aventi diritto, l’8,70 per cento in meno delle scorse regionali. Un dato che può aver influito negativamente soprattutto sullo schieramento dei moderati.
Per quanto riguarda i partiti, la prima considerazione, anche da parte degli osservatori politici, è quella fatta a proposito dell’Udc che tocca il 3,85 per cento a fronte del 3,3 delle scorse regionali (dove faceva parte della coalizione di centrodestra).
Un «successo mancato», senza dubbio, per chi si aspettava un’affermazione, magari a due cifre percentuali, della lista del leader nazionale Pierferdinando Casini e del leader locale Rosario Monteleone che avevano scelto di apparentarsi in Liguria con il centrosinistra.
Successo mancato della lista, sì, ma che ha pesato, eccome, sulle sorti della coalizione di centrodestra: è incontestabile - lo ha rilevato subito, fra gli altri, il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola - che se quel 3,3 per cento fosse rimasto nel campo di Biasotti, oggi il governatore della Liguria sarebbe lui e non Burlando.
Eppure Monteleone esulta (o si accontenta?), e si dichiara subito soddisfatto «della scelta. In questo modo - è la tesi del segretario regionale dell’Udc - siamo riusciti a contrastare la Lega, che sta conquistando terreno sul Pdl parlando alla pancia della gente. Noi invece siamo per le soluzioni - conclude Monteleone - per questo motivo abbiamo fatto un accordo programmatico con Burlando ed ora ci aspettano cinque anni di lavoro per portarlo avanti».
Decisamente significativa, invece - nonostante questi tentativi di ridimensionamento del presidente rieletto e della sua coalizione - l’affermazione della Lega Nord che passa dal 4,7 per cento a oltre il 10. E non si può dire, se non facendo un’analisi superficiale non suffragata dall’evidenza, che il Carroccio abbia rubato i voti al Popolo della libertà, che, dal canto suo, archivia l’elezione con un 28 e oltre per cento decisamente confortante (nel 2005, Forza Italia aveva ottenuto il 19,7).
Altrettanto buono il successo della lista civica che si ispirava a Sandro Biasotti e ha superato il 6 per cento (ma nelle scorse regionali una lista simile aveva ottenuto l’8,7). Percentuali minori e sostanzialmente ininfluenti quelle riscontrate a favore, nell’ordine, di Gente d’Italia, Pensionati, La Destra e Nuovo Psi.
Nel campo opposto, il Pd perde, anche se di poco, il confronto con il Pdl (nel 2005 Uniti nell’Ulivo aveva superato il 34 per cento), e «travasa» i consensi a favore di Italia dei valori che arriva a sfiorare il 9 per cento, presagio anche nella nostra regione di una redistribuzione dei rapporti di forza tra i due maggiori partiti della coalizione vincente.


Molto staccati, con percentuali che superano di poco il 3 per cento, Rifondazione comunista (che «partiva» dal 6,6 per cento delle scorse elezioni regionali) e la lista Noi per Claudio Burlando, mentre è appena superiore al 2 per cento Sinistra ecologia.
Scende ancora più sotto (anche rispetto al 2 per cento del 2005) il partito dei Verdi; chiude con un quasi simbolico 0,8 per cento, l’altro movimento dei pensionati capitanato da Giacomo Bertone.

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