L’Udc pronta a schierare Eugenio Radice Fossati

Le Comunali si avvicinano, nessuno può permettersi di non essere attrezzato. Neanche l’Udc, che ieri infatti ha cominciato ad aprire il dossier su candidature e alleanze nel coordinamento regionale convocato da Savino Pezzotta. Si è parlato anche - c’è da scommetterlo - di un nome che comincia a circolare negli ambienti centristi in vista della corsa a Palazzo Marino. Il nome - anzi il cognome - è importante a Milano, ha un blasone secolare: è quello dei Radice Fossati Confalonieri. Una casata che alla politica cittadina ha già dato Carlo, l’assessore all’Urbanistica che nei primi anni Novanta passò alla cronaca come il «conte ribelle della Dc». A 20 anni di distanza potrebbe toccare al figlio raccogliere quella eredità. Sarebbe proprio il secondogenito di Carlo il «cavallo» su cui il partito - o meglio una parte del partito - potrebbe puntare: Eugenio Radice Fossati Confalonieri, imprenditore con attività finanziarie e immobiliari. Ma un patrizio interessato anche alle cose politiche, che si è fatto vedere diverse volte alle iniziative Udc, compreso uno degli ultimi coordinamenti regionali, e che nel mondo centrista vanta solide conoscenze e amicizie, a partire da quella con Enrico Marcora, altro imprenditore che Pier Ferdinando Casini ha voluto candidare alla presidenza della Provincia di Milano nel 2009, e che da marzo è consigliere regionale.
Eugenio Radice Fossati, sposato con la figlia dell’amministratore delegato di Eni Paolo Scaroni, sarebbe un nuovo Marcora. Anzi un po’ Marcora un po’ Emanuele Filiberto di Savoia, altro rampollo aristocratico che l’Udc ha candidato - era il 2009 - alle Europee. Ed è un aspetto da non sottovalutare, quello della disponibilità ad affrontare una campagna elettorale lunga e costosa. Un aspetto che ha un grande peso nelle vicende elettorali e nella scelta dei candidati in tutti gli schieramenti, Udc compresa. Quella di Radice Fossati, dunque, potrebbe essere una carta importante per l’Udc, o per una parte di essa. Da giocare nelle discussioni interne. Da spendere con i vertici romani del partito. Magari da mettere sul tavolo delle trattative con i potenziali alleati.
Trattative che si annunciano difficili. Pdl e Lega andranno a rivendicare il lavoro del sindaco uscente e della sua squadra. Il Pd ha già lanciato la corsa delle primarie per trovare un credibile anti-Moratti, e ora si trova alle prese con il rompicapo primarie. Al centro dei due schieramenti si muove l’Udc, che a Milano ha percentuali inferiori al 5-6% che gli attribuiscono i sondaggi e i risultati delle ultime tornate elettorali nazionali, e deve fare i conti con un quadro complesso: il Comune di Milano è il secondo d’Italia, conteranno eccome le decisioni romane e lo scenario nazionale. Ma è vero anche che qui gli uomini di Casini sono tuttora dentro la giunta di Palazzo Marino con Gianni Verga. E un passaggio a piè pari allo schieramento avverso sarebbe difficile da spiegare, anche agli elettori. Lo sa bene il coordinatore cittadino Pasquale Salvatore, che in Consiglio comunale e in commissione Urbanistica - di cui è vicepresidente - siede nei banchi della maggioranza e vorrebbe continuare questa collaborazione col Pdl fin dal primo turno delle Comunali. Diversa la linea dello stesso Marcora, più orientata verso il centrosinistra, o meglio verso un cartello civico di centro e centrosinistra, un’ipotesi che esclude comunque un appoggio al «Moratti bis».

Tutto è affidato ai prossimi appuntamento, anche congressuali, del costituendo «Partito della Nazione». Ma per mediare fra le due linee il coordinamento provinciale e quello regionale potrebbero alla fine decidere di tagliare la testa al toro con una corsa in solitario.

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