L’ultima trincea di fra’ Diavolo

Non è stato un santo l’Abbé Pierre: ha sbagliato e peccato. Uno, scandaloso anche alla sua età, l’ha rivelato al mondo da poco, una cosa di tanti anni fa. Ha confessato di aver amato. Non solo l’umanità, i fratelli, gli ultimi della terra, ma una donna vera, in carne e ossa. Imperdonabile. Henri Antoine Groués, detto Abbé Pierre, tra dieci giorni compie 94 anni, non ha più il passo per stare dietro i suoi sogni ma non ha ancora abbandonato la trincea. La sua ultima frontiera è la lotta contro il traffico di essere umani, di bambini, di organi da trapiantare ancora vivi, lui che trafficava in ebrei e polacchi più di mezzo secolo fa ma per salvarli dalla Gestapo, falsificando passaporti, portandoli in salvo attraverso le Alpi o i Pirenei, fuggendo lui stesso, una volta scoperto, in volo verso Algeri, nascosto dentro un sacco postale. Non ha mai smesso di far discutere, e non solo per le sue posizioni sempre borderline, dal sacerdozio femminile alle unioni di fatto. Ha fondato una multinazionale del bene, incitato all’insurrezione della bontà, combattuto per senzatetto e stracciaioli, vagabondo lui stesso per il mondo, ha reclutato poveri per aiutare i poveri, e criminali redenti per redimere criminali.

Non si è ancora perdonato di non aver potuto fare tutto per tutti, non vuol essere proprio ora solo un passato che non c’è più. C’è un traffico infame da stroncare, migliaia di bambini da salvare. Novantaquattro anni tra dieci giorni. Chissà se ce ne sarà un altro così.

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