L’ultima verità di Olindo «Quando ho confessato

«Penso che si senta. Niente, io sono rimasto un po’ indietro nel tempo. Grazie ai miei vuoti di memoria. Nell’ultima deposizione ho tralasciato tre argomenti che vorrei concludere oggi, visto che... Con ritardo, ma vorrei concludere: il primo riguarda il professore Picozzi, il secondo la Bibbia, e poi, il terzo gli psichiatri.
Per quanto riguarda il professore Picozzi, c’è stato mandato dal nostro ex avvocato precedente, l’avvocato Troiani (in realtà Troiano, ndr), per fare su di noi una perizia psichiatrica. Io con lui ho avuto tre sedute, la terza è durata sì e no mezz’ora. Nella prima seduta, quando ci siamo incontrati, la prima cosa che mi ha chiesto è stata quella... se poteva riprendermi con la videocamera, una piccola videocamera. Io gli chiesi a cosa serviva e lui mi rispose che quella videocamera serviva esclusivamente per redigere la mia valutazione psichiatrica, che non sarebbe in nessun modo finita né in Tv, né sui giornali, né in nessuna altra parte. «Rassicurato da questo, io acconsentii ad essere ripreso. Per quanto le riprese, non facemmo altro che riordinare le nostre confessioni, cioè la mia confessione che avevo fatto, no?... Ripercorrendola ed immedesimandomi nel personaggio. Tutto qui. Tre sedute e poi non l’ho più visto. La stessa cosa che ha fatto anche poi con mia moglie. Per quanto riguarda il professore Picozzi questo è quello che ho da dire.
Per quanto riguarda la Bibbia, invece, la Bibbia praticamente si posiziona in un contesto in cui dove io, noi, anzi parlo al plurale. No, parlo al singolare perché l’ho scritta io, si posiziona in un contesto dove avevo appena fatto una confessione. Mi ero dichiarato pentito. In carcere... agli occhi degli agenti, agli occhi dei detenuti e di chiunque arrivava, io ero il mostro di Erba, pentito, ma sempre il mostro di Erba. Di conseguenza gli scritti sulla Bibbia sono in linea col mio pentimento. È vero quello che è stato detto l’altro giorno, che alcuni sono stati scritti con rabbia: sì, alcuni sono stati scritti con... una punta di rabbia. Un modo come un altro per sfogarsi. Però non è vero che io, in questi scritti, volessi rivendicare qualcosa. Questo no. Assolutissimamente no. Non volevo rivendicare proprio niente. Era, si può dire, uno sfogo e un passatempo, visto che in carcere uno non ha nulla da fare, e quindi... E anche per la Bibbia... semplicemente finisce lì.
Per quanto riguarda gli psichiatri del carcere, ne sono passati, ne ho cambiati... ne hanno cambiati tre. Con tutti e tre non ho avuto altro che degli incontri... 60, 50, 60 incontri come ha detto il Pm, ma solo esclusivamente per la terapia. Noi non abbiamo mai parlato di... della questione... niente, solo per la terapia. Per la questione dei fatti ne ho parlato, ma con la psicologa. Con la psicologa Mercanti sì, ho parlato di quello che era successo e anche di tante altre cose.

Ma con gli psichiatri del carcere, noi, cioè io, non ho mai parlato di altro che della terapia. Questi erano le tre, questi erano i tre argomenti che l’altra volta io, purtroppo non ho una buona memoria, ho dei vuoti e mi sono dimenticato di dire. Io con questo concludo. Concludo così, non voglio dire altro».

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