Cronaca locale

L’ultimo sarto della velocità

Mercoledì 16 settembre è scomparso Elio Zagato, l'ultimo dei grandi carrozzieri milanesi. Classe 1921, figlio di Ugo che, arrivato a Milano da un paesino del Polesine, aveva fondato la Carrozzeria Zagato nel 1919, quando le automobili erano un lusso alla portata di pochi. A quel tempo dal costruttore si acquistava solo il telaio, equipaggiato di motore e trasmissione, poi lo si mandava dal carrozziere che provvedeva a vestirlo, secondo i desideri del cliente e la propria capacità inventiva, come un sarto. Erano gli anni eroici, che contagiarono presto ed inevitabilmente il giovane e promettente Elio. Il bombardamento del 1943 distrusse completamente la fabbrica, che riaprì i battenti nei pressi di Caronno Pertusella, in un capannone lasciato libero dall'Isotta Fraschini. Elio cominciò ad affiancare il padre, impegnandosi presto anche nei panni di pilota da corsa. Così inparò a comprendere le esigenze delle auto da competizione e ad assecondarle in produzione, attraverso una serie sempre più fitta di idee stilistiche che diedero nuovo slancio all'attività. Iniziò da una «speciale» destinata a essere prodotta in piccola serie, su telaio tubolare realizzato dalla Gilco di Milano e motore Fiat 1100. Poi pensò a una Gran Turismo derivata dalla Fiat 1100 Sport, con la quale lui stesso vinse tre gare nel 1952 e undici nel 1953, conquistando il primo dei suoi cinque Campionati italiani. Nel frattempo il rapporto di collaborazione con Alfa Romeo si era materializzato attraverso la costruzione della carrozzeria destinata alla famosa monoposto Alfetta, campione del mondo di Formula uno nel 1950, con Nino Farina, e nel 1951, con Manuel Fangio. I successi ottenuti nelle corse da Elio Zagato e dai suoi numerosi clienti rafforzarono il legame con l'Alfa, che affidò al geniale carrozziere la realizzazione di modelli straordinariamente riusciti, come la versione Zagato del modello 1900 Super Sprint. Poi fu la volta di Gianni Lancia, che chiese al pilota-costruttore di rivedere, ovviamente in chiave sportiva, l'Appia. Ne uscì un piccolo capolavoro destinato alle competizioni, tanto apprezzato da richiederne la versione più rifinita e lussuosa, da utilizzare tutti i giorni. Le corse degli anni cinquanta videro la progressiva affermazione di un marchio destinato a diventare sinonimo di velocità e sportività, quello dell'Abarth. Le affinità tra le vetture preparate dal costruttore austro-italiano e le linee marcate dalla Z di Zagato avevano tanti punti in comune destinati ad incontrarsi presto. Così nacquero Le Fiat Abarth Zagato 500, 750 e 1000, che fecero sognare i giovani di belle speranze e le loro fidanzate. Anche il famoso e prestante attore Walter Chiari decise di acquistarne una per sé, con cui scorazzava la bellissima Ava Gardner ai tempi del film La Capannina. Nel 1956 il promettente gentleman driver Leto di Priolo distrusse la sua Alfa Romeo Giulietta Sprin Veloce durante la Mille Miglia. Portò il rottame della macchina da Elio Zagato, pregandolo di rimetterlo in sesto, operando anche qualche provvidenziale alleggerimento della scocca. Il carrozziere prese a cuore l'incarico e ne trasse uno dei suoi capolavori, caratterizzato dalle inimitabili rotondità: era la Giulietta SVZ, destinata a vincere le corse sulle piste di tutto il mondo. La collaborazione con Alfa Romeo si intensificò per sfociare presto nella realizzazione della Giulia TZ (dove T sta per telaio tubolare e Z per Zagato)del 1963, e nella successiva evoluzione denominata TZ2, entrambe regine incontrastate della categoria Gran Turismo fino a 1600cc. Contemporaneamente venne la versione sportiva dell'Alfa 2600 sei cilindri, insieme con la Lancia Flaminia Sport e la controversa e mai imitata Flavia. Nel 1961 Zagato fu chiamato a «vestire» il telaio Aston Martin DB4 che, nella sua interpretazione, lasciò un segno indelebile nel panorama internazionale delle gran turismo. La mole degli impegni di lavoro nel nuovo stabilimento di Terrazzano di Rho, alle porte del capoluogo, crebbe al punto da portare Elio Zagato a decidere di abbandonare le corse, dopo aver collezionato vittorie nelle gare più famose. Il successo professionale continuò a sostenere il carrozziere-costruttore milanese durante gli anni Settanta, con le riuscitissime Lancia Fulvia Sport e Alfa Romeo Giulia GTJunior Z, fino a quando le mutate esigenze del mercato non scrissero la parola fine all'affascinante storia delle carrozzerie speciali, compresa quella di Elio Zagato.

Ancora oggi, però, quando ne sentiamo pronunciare il nome, siamo istintivamente pervasi dal brivido delle sue linee inconfondibili, che hanno dato forma alla velocità.

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