Gianandrea Zagato
Del programma non cè ancora traccia. E fanno così due mesi e più di ritardo. Davvero troppo anche per Bruno Ferrante che pure voleva uscire fuori al più presto con le idee dellUnione per Milano o, almeno, con un foglietto di quattro-cinque proposte concrete e possibili. Ma lUnione non si dà una mossa sul programma: anzi, il Cantiere è pure chiuso con tanto di sito online in vendita.
E allex inquilino della Prefettura non resta che rileggersi quei voluminosi rapporti sulla città che, tra il 1992 e il 1993, realizzò quandera vice-commissario di Milano. Documenti del passato firmati anche da Marco Vitale dove lex prefetto spera di trovare qualche soluzione da rivendere ai milanesi per conquistarsi consensi. Operazione che mentre fa sorridere gli ospiti del suo quartier generale, al 25 di via Turati, testimonia come non solo non cè condivisione sui progetti della città che verrà ma neppure sono stati affrontati. «E non è solo questione di ritardo» osservano dalla Margherita: «Non cè un tema su cui è possibile trovare la quadra. Motivo? I paletti tra cui districarsi aumentano esponenzialmente alla crescita della lista civica». Lettura interessata, naturalmente: non è un mistero, infatti, che la lista di Ferrante renda impossibile la costruzione di quella unitaria - Quercia e Margherita -, cambia cioè il panorama e obbliga quindi i partiti a «svenarsi» per sostenere laspirante sindaco e questo alla Margherita fa venire il mal di1 pancia.
Spiega implicita degli impedimenti di trovare la «quadra» come accaduto, ad esempio, «sui pacs piuttosto che sui temi del lavoro o sulle politiche sociali» raccontano dal forum delle donne che si definiscono «insoddisfatte, tradite per gli impegni assunti...». Opinione comune anche nei comitati cittadini, dove si lamenta lo scarso peso dato da Ferrante «ai problemi che nascono dal basso» ovvero si denunciano le ragioni che hanno suggerito, nei scorsi giorni, a far nascere «i cittadini partecipati» cioè i comitati inter-quartieri. Quadro che comincia a impensierire i vertici della Quercia: sulla questione delle liste unitarie attendono il responso della base e sul programma promettono di dare unaccelerata, un passo nuovo per superare gli scogli. Promessa, questultima, che Ferrante accoglie senza troppa convinzione: sostantivo non fuori luogo rileggendo le risposte non date da Ferrante a chi gli chiede quali sia il programma milanese dellUnione.
Nemmeno un rigo di replica a cercarlo, solo promesse di impegni e garanzie di non tradire lo spirito delle primarie. Davvero poco, troppo poco per reclamare un voto.
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