«Romano Prodi è il primo caso di una persona che pretende che dove passa non cresca più neanche un manifesto degli avversari». Il giorno dopo la «fuga» del leader dellUnione dalla manifestazione contro le violenze messe in atto dai no global in corso Buenos Aires una settimana fa, il capogruppo di An alla Camera, Ignazio La Russa, ironizza sullassenza dei leader del centrosinistra e «rimbalza» le accuse secondo cui Alleanza Nazionale avrebbe strumentalizzato liniziativa. «Prodi - incalza La Russa - pretendeva addirittura che nella strada dove doveva passare il corteo non ci fossero i nostri manifesti. La verità è che sapeva di rischiare i fischi, non quelli di An, ma dei commercianti e cittadini milanesi, perché non basta dire no alla violenza e poi candidare nelle proprie liste i capi dei movimenti antagonisti e dei centri sociali. La gente questo lo capisce, e loro hanno capito che non potevano farla franca. Per questo sono rimasti a casa». Il segretario provinciale dei Ds, Franco Mirabelli, ieri puntava il dito contro An sostenendo che «dovrebbe chiedere scusa, e La Russa non può fingere candore davanti ai cittadini e agli avversari politici: dirigenti del partito guidavano al megafono i cori offensivi». Ma il «colonnello» di An rispedisce le accuse al mittente: «Se cera un tentativo forte di strumentalizzazione del corteo - afferma - questo era da parte di Prodi e della sinistra, che volevano usarla come un lavacro per togliersi di dosso le responsabilità politiche che hanno. Ci dispiace che qualcuno abbia immaginato di poter partecipare a una manifestazione di piazza come se fosse a un confronto televisivo in cui cè divieto di slogan, fischi, applausi. Quando si scende in piazza si rischia lapplauso e si rischiano i fischi». Cosa sarebbe successo, fa una domanda retorica, «se De Corato in veste di vicesindaco fosse andato in via Brioschi (dove si teneva la commemorazione di Dax da parte dei militanti dei centri sociali, ndr) a portare la solidarietà del Comune per un ragazzo ucciso?», ha concluso La Russa.
Di fronte allingiustificabile fuga dellUnione, Ignazio La Russa «salva» persino il candidato dellUnione a Palazzo Marino, Bruno Ferrante: «Si è preso qualche slogan o insulto verbale, ma almeno è lunico che ha avuto la coerenza di venire». Non cè stato nel corso della manifestazione, ci tiene invece a sottolineare, «nessun accenno di intolleranza fisica, neanche insulti.
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