da Roma
Allultima riunione di leader e capigruppo, Luciano Violante pensò in grande: «Una grande manifestazione, un milione di persone in piazza!». Sguardi interrogativi: «Un milione? Un mese, un mese e mezzo di preparazione... E che la facciamo, a cose fatte?». Lidea cadde. Domenica scorsa, Romano Prodi era di buzzo buono. A Palermo, senza consultare nessuno, ruppe gli indugi: «Sabato facciamo la grande manifestazione!». «Sabato cè lo sciopero dei giornalisti tv», gli fu detto a cose fatte. «Allora, domenica!», non si perse danimo il leader. Lindomani si cercò di farlo ragionare: «Non si fanno manifestazioni di domenica, i lavoratori vanno al lavoro, il lunedì. A meno che non la si voglia fare in un cinema, per pochi intimi...».
La prima idea fu appunto il teatro Brancaccio di Roma. Prodi insisté: «Ci vuole la piazza!». Gli spiegarono che occorreva riempirla di entusiasti. Fu convocata una riunione tecnico-riparatrice. Prese quota lidea di piazza del Popolo, tradizionalmente cara ad Andreotti, Almirante e (da ultimo) a Nanni Moretti. La Margherita giocò una carta a sorpresa. «Facciamola in piazza del Campidoglio: Prodi e Veltroni, a rappresentare degnamente i sindaci di centrosinistra trucidati dalla Finanziaria». Lidea inciampò e risorse più volte, fino allaltolà di Marini e dei ds: «Nooo, si fa in piazza del Popolo!». Ma il dibattito non cessò e un barricadero si incaponì: «Già, ma chi parla?». «Chi parla? Prodi», stupirono gli altri. «Eh già, e allora le primarie che le facciamo a fare? Devono parlare Prodi, Bertinotti, Pecoraro, Mastella, Di Pietro, la Senzavolto, Scalfarotto...». «Scalfarottooo?». Sul nome di Scalfarotto, lidea precipitò e giacque.
Ieri, finalmente, Prodi ha potuto annunciare l«habemus manifestationem». Lha calibrata: «Abbiamo sentito lesigenza di manifestare la nostra indignazione, abbiamo lobbligo di spiegare cosa cè dietro il muro delle dichiarazioni di comodo, cosa si cela dietro questa nebbia di comunicazione di questi due provvedimenti, legge elettorale e Finanziaria». Ha lanciato lappello attraverso il sito Unità on-line: «Vi aspetto numerosissssssssimi domenica alle 11 in piazza del Popolo... Venite a piedi, in bicicletta, come volete». Ha risposto a domande sul futuro. Per ora, la «priorità» è quella «di impedire che questa legge passi, inutile e prematuro parlare daltro, tipo dove mi candiderò se passa il proporzionale. Con questa drammatica marcia indietro sul sistema elettorale Berlusconi vuole logorare me, ma logora lItalia. Getta le basi per la fluttuazione delle maggioranze parlamentari. Ma una grande coalizione non è nel futuro di questo Paese e certamente non nel mio». Si batterà per il maggioritario? «Sono nato maggioritario e come tale spero di morire». La Finanziaria di Tremonti? «Demogogica e divisiva, soffoca gli enti locali, per la maggior parte di centrosinistra». Il programma di governo? «Sto lavorando perché ci siano patti chiari per amicizia lunga». Anticipazioni? «La legge 30 va profondamente rivista, la riforma Moratti va corretta dei tanti errori, leggi ad personam semplicemente eliminate. Amen». Opposizione troppo dura? «Mai andato fuori le righe, neppure alle elementari. Noi abbiamo il fair play nel dna, ma ciò non toglie che, se vinceremo, dovremo governare.
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