Cultura e Spettacoli

Il labirinto di Jim Morrison e della pittrice omicida

Il mitico leader dei Doors e una donna come tante. I fantasmi di Chopin e della Callas, di Oscar Wilde e Allan Kardec. Un giallo innovativo tra spiritismo e storia, tra musica e letteratura. Tra gli States degli anni Settanta e la Parigi di oggi

C'era una volta Jim Morrison e l'epitaffio incomprensibile scritto sulla sua tomba. C'era un'artista americana coinvolta suo malgrado in un suicidio architettato perché lei fosse l'unica responsabile imputabile. E c'era un mistero che andava al di là di questi due elementi, solo all'apparenza sconnessi e non collegati fra loro. Invece da questi due punti fermi, da un circense che si getta a corpo morto sulla lama di un coltello tenuto in mano da una donna, si dipana una trama sorprendente. «Il labirinto dei libri segreti» (Newton Compton, pp. 334, euro 9,90) è una lettura avvincente di un intreccio che attinge in parte dalla Storia e molto dalla fantasia. E Jim Morrison è l'emblema che racchiude in sé l'una e l'altra. Un mito della musica per più di una generazione, un mito estetico, un mito maledetto e un mistero. Una morte che in molti hanno perfino messo in dubbio e intorno alla quale sono fiorite le leggende più strane. Perfino la negazione che possa essere effettivamente avvenuta e non si tratti, piuttosto, di una messinscena per consentire la fuga. L'eclissi. La nascita di una nuova vita in un remoto angolo del mondo.
Jim Morrison più delle altre morti misteriose di artisti noti. Morrison più di Elvis Presley. Morrison più di Jacko. Morrison più di tutti. Ma tra il leader dei Doors e la pittrice americana protagonista del romanzo compaiono volti di tutte le epoche. I protagonisti sono sconosciuti attorno ai quali aleggiano le ombre di Chopin e della Callas, di Maria Walewksa e Oscar Wilde, le parole di Platone e quelle di Nostradamus, la vicenda di Caterina de' Medici e quella di Giuliano imperatore. Una miscela affascinante fusa in un'avventura decisamente nuova e accattivante con il punto debole di una esposizione che assomiglia troppo a una cronaca e meno a una favola, quale in definitiva essa è. Scritto a quattro mani da Paolo Di Reda e Flavia Ermetes, ai due autori va dato atto della grande originalità creativa nell'assemblare storie tanto diverse in un unico affresco che risulta assolutamente omogeneo. Abilissimi nel conferire una patina di realtà a una trama frutto dell'invenzione, ne escono pagine che si lasciano amare infondendo nel lettore la curiosità di conoscere quale epilogo lo attende.


Segreto dei segreti avvolto tra lo spiritismo e il fantastico, tra realtà e invenzione, tra passato e presente, il libro propone una Parigi nella veste di città del mistero e sceglie il cimitero delle celebrità, il Pere-Lachaise, come tempio in cui si celebra il rito che consentirà al giallo di un omicidio scontato di trovare un epilogo degno degli oscuri risvolti che dovrà squarciare.

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