Ladri d’auto contromano speronano un’utilitaria e uccidono un ventenne

Intercettati in contromano su un’auto rubata cercano di sfuggire alla polizia e speronano una Clio con tre ragazzi a bordo. L’impatto è mortale: un giovane è agonizzante, morirà in ospedale, un altro è in fin di vita, solo il terzo, se la caverà di sicuro. I tre «pirati» invece riescono invece a fuggire a piedi. Per il momento.
Finisce così il sabato sera di tre bravi ragazzi cresciuti in fondo a via Padova e capaci di accontentarsi di poco, un cinema, una pizza, un dvd da guardare in compagnia. C’era poco da scialare con quello che ballava in tasca a Francesco D’Addato, 22 anni, panettiere, Davide Guerrino, cameriere, e Alberto Lo Bosco, barista, entrambi di 30 anni. Gli ultimi due in particolare erano molto affiatati, hanno frequentato le stesse scuole, vivono entrambi in via Paruta. Da qualche tempo era entrato nel gruppo anche Francesco: lui viveva poco distante, in via Trasimeno 22/10 insieme alla mamma e un fratello minore, dopo la morte, quest’anno, del nonno e del papà.
I tre sabato sera si sono trovati nel bar sotto casa, un gelato, un’occhiata alla tv poi Alberto avvisa i genitori Emilio e Giuseppina, che con gli amici affitteranno un dvd da vedere in casa di Davide: lui vive solo, avendo da poco lasciato la mamma in via Arici.
Verso le 3.30 da via Palmanova imboccano via Giovan Battista De La Salle: Alessandro alla guida, Davide a fianco, Francesco dietro, sul lato sinistro. Pochi istanti prima però una volante incrocia in via Derna una Merceds E 280 contromano. Gli agenti fanno appena in tempo a girarsi che la vettura è già in via La Salle e sperona sulla fiancata sinistra la Renault Clio.
L’utilitaria carambola su stessa e colpisce altre sette macchine in sosta prima di fermarsi. Ferma anche la Mercedes, da cui schizzano i tre occupanti. Arrivano i poliziotti, uno si ferma a lanciare l’allarme al 118, l’altro rincorre i tre che zig zagando tra le auto, riescono ad attraversare via Palmanova e dileguarsi. I tre finiscono in ospedale: Francesco e Alberto al San Raffaele, Davide a Niguarda. Il più grave, Francesco, muore poco dopo, mentre Davide viene ricoverato in prognosi riservata. Meno grave invece Alberto. Ed è proprio suo fratello Alessandro, 25 anni, a scoprire la tragedia: un amico lo avverte di aver appena visto la Clio accartocciata, accorre e viene a sapere del tragico impatto.
Parte la caccia agli assassini. La scientifica rileva le impronte dentro la Mercedes, rubata il 16 ottobre a Vimercate.

Quanto alla loro identità qualche supposizione: le macchine di solito sono preda degli zingari, i tre hanno dimostrato di conoscere la zona alla perfezione e, proseguendo nella stessa direzione si finisce al campo nomadi abusivo di via Idro, dove spesso vengono scoperte macchine e moto rubate. Forse saltare alle conclusioni è azzardato, ma il sospetto è forte.

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