Luomo viene da Gallarate e sulla sua carta didentità cè scritto «operaio». I carabinieri lo conoscono per i suoi precedenti, ladruncolo di periferia. Ha 39 anni e da qualche parte in televisione ha sentito che ci sono dei tipi che si fanno saltare in aria. Li chiamano kamikaze. È gente - ha sentito - che sconquassa piazze e mercati, bus e metropolitane, corpi e cuori. Lo fa per fede o per odio. Lui, luomo di Varese, questo non lo sa. Una cosa però lha capita: questa storia delle bombe fa paura. A tutti. Ed è così che si veste da kamikaze e parte. Il suo obiettivo è un supermercato. Entra, alza la voce, fa il terrorista. Mischia la sua vecchia vita di ladruncolo con la maschera di Al Qaida. Il vecchio è il coltellaccio puntato alla gola della commessa. E la solita frase: «Dammi i soldi o ti ammazzo». Il nuovo, leffetto mediatico che arriva dallislam estremo, è il pacchetto bianco che porta attaccato al corpo, sotto la maglietta. «Se provate a inseguirmi saltiamo in aria tutti», urla mentre scappa con lincasso della giornata. Una corsa breve.
Quando i carabinieri lo arrestano tutta la storia appare per ciò che è: una sceneggiata patetica. Una beffa tragica. Il ladro di polli in salsa jihad. La bomba è un cellullare avvolto nel nastro isolante bianco. La bomba è una patacca. Il kamikaze è un tizio di Gallarate che ha visto troppa tv. Una storia da buttare via. Ma cè il sorriso della morte che ti guarda in faccia. La morte che fa tendenza.
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