Lady Bmw, condannato a 6 anni il gigolò Sgarbi

Lo svizzero Helg Sgarbi, accusato di estorsione e ricatti ai danni di diverse donne tedesche, tra le quali Susanne Klatten, ha ammesso le sue responsabilità in aula. Filmava gli incontri sessuali

Lady Bmw, condannato 
a 6 anni il gigolò Sgarbi

Monaco - Dopo un processo-lampo durato soltanto quattro ore, il tribunale di Monaco di Baviera ha condannato a sei anni di reclusione il gigolò svizzero Helg Sgarbi. La giuria lo ha riconosciuto responsabile di un ricatto ai danni dell’ereditiera della Bmw, Susanne Klatten, e tre altre ricche signore di cui non è stato rivelato il nome.  La pubblica accusa aveva chiesto nove anni, la difesa aveva domandato che non fossero più di cinque. Nella motivazione della sentenza il giudice ha spiegato che, a parte l’attenuante per la totale ammissione di colpa fatta dall’imputato, a suo sfavore ha giocato il fatto di non aver rivelato dove sono i 9,3 milioni di euro, frutto dei ricatti da lui compiuti ai danni di Lady Bmw e delle altre tre signore. Come pure il rifiuto di indicare dove siano finiti i video che documentano i suoi incontri intimi con la Klatten e il ruolo giocato di Ernano Baretta, presunto "burattinaio" della vicenda e autore dei filmati (realizzati da una camera attigua a quella in cui avvenivano gli incontri in un hotel di Monaco di Baviera). La pubblica accusa ha poi annunciato che le parti lese chiederanno la messa all’asta dei beni sequestrati in Italia a Baretta per recuperare almeno una parte del denaro estorto dal gigolò.

Confessione Questa mattina, all’inizio del processo, l’avvocato di Sgarbi, Egon Geis, ha letto la piena confessione del suo assistito, riconoscendo la sua colpevolezza per tutti i capi d’accusa, tra cui quelli di estorsione e tentata estorsione. Da parte sua, Sgarbi ha espresso rammarico per le sue azioni, scusandosi con le vittime. La Klatten non era presente in aula e, secondo alcuni esperti, potrebbe non essere chiamata a testimoniare alla luce della confessione.

Organizzazione criminale Secondo l’accusa, Sgarbi operava all’interno di un’organizzazione gestita dall’italiano Ernano Barretta e specializzata nei ricatti e nelle estorsioni ai danni di ricche

signore tedesche. Sempre secondo l’accusa, Sgarbi agganciava le signore, intrattenendo con loro relazioni sentimentali, mentre Barretta filmava i rapporti intimi. I video venivano poi utilizzati per ricattare le vittime.

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