La laicissima Francia adotta la sacra Armenia

da Parigi
Un’esposizione al Louvre è il momento più atteso dell’anno dell’Armenia in Francia, che terminerà il 14 luglio dopo manifestazioni culturali, artistiche, commerciali, economiche e politiche. La Francia è infatti il Paese più sensibile a quel cocktail di cultura, storia e politica a cui Erevan tiene in modo particolarissimo.
Uno dei punti fondamentali sta nel ricorso al termine «genocidio» per indicare i massacri dei turchi a scapito degli armeni durante la Prima guerra mondiale e soprattutto nel ’15. L’anno scorso l’Assemblea nazionale di Parigi votò un disegno di legge relativo alla punizione del «negazionismo» e della «propaganda negazionista» a proposito del genocidio del ’15. Quel testo è stato proposto da un gruppo di deputati socialisti, ma l’esponente del centrodestra Patrick Devedjian - di origine armena e uno dei più stretti collaboratori dell’attuale candidato presidenziale Nicolas Sarkozy - lo ha difeso con ardore. In realtà il peso della storia si mescola con le attuali problematiche politiche, visto che il vero imputato di negazionismo non è un cittadino francese a caso, ma quello stesso Stato turco che vorrebbe oggi entrare nell’Unione europea e a cui i francesi vogliono maggioritariamente rispondere con un secco rifiuto.
Inoltre, in un’Europa, e soprattutto in una Francia in cui si parla sempre più di laicità e in cui si rifiuta l’idea di accennare alle «origini religiose» della nostra storia, sbarca una cultura armena fierissima delle proprie origini religiose. Ecco le grandi croci campeggiare al Louvre. Ecco quei due fogli, riccamente dipinti, di un Vangelo del VI secolo, presentati nel più celebre museo della laicissima Francia. Dai piccoli oggetti metallici agli imponenti monumenti in pietra, l’esposizione del Louvre - intitolata «Armenia sacra» e visitabile fino al 21 maggio - è un inventario della religiosità di un popolo legatissimo alla propria fede cristiana, che viene identificata con la sua stessa voglia di libertà. Giunta all’indipendenza dopo la disgregazione dell’Unione Sovietica, nel 1991, l’Armenia si è lanciata in un’opera di ricerche archeologiche e di valorizzazione del patrimonio nazionale, affermando che nell’anno 301 proprio gli armeni furono il primo popolo al mondo a dirsi ufficialmente e fieramente cristiano.


«Armenia sacra» propone al Louvre oltre duecento oggetti, tra cui antichi monumenti in pietra di oltre quattro tonnellate, che vanno dal IV al XVIII secolo. Per inaugurare la mostra, aperta al pubblico da questa settimana, è giunto a Parigi il presidente armeno Robert Kotcharian, che ha tagliato il nastro al Louvre sabato scorso insieme a Jacques Chirac.

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