L'America prima di "True Detective"

Quando nel 2010 Nic Pizzolatto, futuro sceneggiatore e produttore televisivo, pubblicò il suo romanzo d'esordio Galveston da Scribner non era ancora lo showrunner della fortunatissima serie True Detective della Hbo

L'America prima di "True Detective"
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Quando nel 2010 Nic Pizzolatto, futuro sceneggiatore e produttore televisivo, pubblicò il suo romanzo d'esordio Galveston da Scribner non era ancora lo showrunner della fortunatissima serie True Detective della Hbo. E forse nessuno si sarebbe immaginato che quel suo lavoro televisivo sarebbe stato così rivoluzionario. Eppure certe ambientazioni rurali e on the road presenti nel suo debutto avrebbero potuto far immaginare che era nata una nuova stella. Sarebbero passati altri quattro anni prima che i telespettatori potessero però innamorarsi del suo modo di declinare le storie, dannandosi l'anima per andare a riscoprire un autore di nicchia come Robert William Chambers il cui immaginario aveva fatto letteralmente esplodere alcune delle situazioni narrate in True Detective.

Il gotico e il racconto rurale di paura presi da Il Re Giallo creeranno un'atmosfera insopportabile e disturbante nelle indagini sviluppate da Pizzolatto per il suo serial. Fra le pagine di Galveston (che ritorna in libreria grazie a una preziosa riedizione di Minimum Fax che riprende l'originale traduzione realizzata da Giuseppe Manuel Brescia per Mondadori) non c'è nulla che riecheggi davvero né Il Re Giallo né True Detective. Eppure siamo davanti a una storia disperata che evidenzia il disfacimento definitivo del sogno americano dal punto di vista dei perdenti. A raccontare le vicende in prima persona è Roy Cody, pregiudicato che lavora al servizio di un gangster di New Orleans. Sappiamo che è soprannominato Big Country e che gli altri lo temono perché è un bifolco che viene facilmente alle mani. Il suo capo lo rispetta perché ha metodi convincenti per far ragionare i suoi clienti e gli dà piena fiducia. È un solitario che indossa jeans e magliette nere, un giubbotto e stivali da cowboy, e tiene i capelli lunghi, evitando di farsi la barba. Quando gli viene chiesto di effettuare un pestaggio al porto a lui sembra normale routine ma non sarà così. Lui e il suo amico Angelo si trovano all'improvviso per terra, con un morto a fianco, una puttana che piange e un gruppo di malavitosi pronti ad eliminarli. Saranno solo la prontezza di Roy e il caso a farlo sopravvivere, costringendolo a una fuga senza meta in compagnia di quella donna per lui fino a quel momento sconosciuta. Non sarà solo il suo ex capo a mettersi sulle loro tracce. Roy ha qualcosa di ben più sconvolgente che lo tallona: un cancro che lo sta divorando da dentro. Per questo la sua sembra una fuga senza via di scampo.

Bastano poche pagine per capire che Nic Pizzolatto ha imparato la lezione di scrittori come Elmore Leonard, James Ellroy, Joe R. Lansdale, James Lee Burke. Per lui l'America è un'enorme e gigantesca palude acquitrinosa in cui si muove il suo protagonista. Un territorio da Far West dove nulla è sicuro e dove la speranza non esiste.

Nel 2004 Pizzolatto era stato selezionato tra i finalisti del National Magazine Award e nel 2006 la sua raccolta di racconti Between Here and the Yellow Sea era stata segnalata da Poets & Writer's Magazine come uno dei cinque migliori debutti di quell'anno. Con il passaggio dalla forma di narrazione breve a quella lunga non ha perso smalto.

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