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Lampo di Stankovic: l’Inter è in semifinale

I nerazzurri soffrono ma passano meritatamente il turno di coppa Italia. Clamorosa occasione fallita da Adriano. Toldo salva il risultato nel finale

Gian Piero Scevola

da Milano

Questa volta il vecchio adagio del «non c’è due senza tre» ha fatto cilecca: fuori il Milan, fuori la Juventus, in questi quarti ammazzagrandi di coppa Italia, l’Inter va invece avanti, batte 1-0 la Lazio nel ritorno soffrendo a più non posso e si legittima come favorita per riconquistare il trofeo vinto un anno fa. Non è stata comunque una passeggiata contro la Lazio che Delio Rossi ha sapientemente disposto in campo. Ci sono stati anche errori di mira a cominciare dalla colossale occasione capitata ad Adriano al 20’: su lungo lancio di Solari, il brasiliano si trova il pallone sul piede giusto a tu per tu con nonno Ballotta. Lo guarda, lo finta, il portiere va a terra e Adriano non trova di meglio che mandare fuori il pallone alla destra del laziale. Un errore da principiante che porterebbe alla demoralizzazione chiunque, ma non l’Imperatore che il gol lo voleva a tutti i costi. E quando al 37’ il giovane Momentè lo innesca, Adriano piomba in area come un carro armato, travolge il povero Mudingayi che gli si oppone e, nel rimpallo, il pallone finisce appena fuori area a Stankovic. Il serbo, che qualche minuto prima se l’era presa di brutto con l’albanese Behrami per un brutto intervento, in una sorta di guerra balcanica, mette in atto un’altra delle sue vendette contro la ex squadra. Già c’era riuscito nell’andata quando era andato a segno col momentaneo vantaggio (poi pareggiato da Manfredini) e anche ieri non si smentisce: il suo destro ha il sapore di un autentico siluro che s’infila nel sette con Ballotta impotente davanti a una simile prodezza balistica. Il vantaggio non rallenta i nerazzurri che cercano subito il raddoppio e al 39’, dopo uno scambio con Solari (c’è sempre l’argentino nelle azioni più rilevanti), ancora Adriano si trova solo davanti a Ballotta, ma il suo tiro questa volta viene rimpallato in extremis in angolo da Oddo. Se poi ci mettiamo anche un colpo di testa di Materazzi respinto sulla linea da Liverani al 20’ e un netto rigore negato a Materazzi al 36’ (la trattenuta di Oddo è fin troppo evidente), allora questa Inter ha meritato davvero di passare il turno.
Ma non è tutto oro quel che luce. Perché la bella Inter dei primi 45’, nella ripresa si scioglie di fronte agli attacchi a tutto campo della Lazio. E l’area dell’Inter diventa una sorta di Fort Apache, tutti indietro a difendere, Adriano compreso, abile a respingere di testa e di piede di fronte agli scatenati biancocelesti. Al 9’ Mauri dal limite costringe Toldo in angolo e al 24’ è ancora il portiere nerazzurro a parare d’istinto la rovesciata del laziale a un metro da lui. E al 28’ la punizione dal limite di Liverani (davvero un gran regista, il sostituto ideale se Veron davvero a giugno dovesse andarsene) faceva correre un brivido agli infreddoliti spettatori del Meazza. Sbaglia anche l’Inter, con un indegno pallonetto di Solari al 30’ e un faccia a faccia di Adriano con Ballotta un minuto dopo. Saltano tutti gli schemi, la Lazio ci crede, sfiora il pari con Tare all’ultimo secondo, l’Inter fa fatica a contenerla, ma si porta a casa una qualificazione sofferta come poche altre.

E quindi meritata.

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