Emanuela Ronzitti
da Roma
Landolfi è speranzoso sulla nomina del presidente Rai: «Spero che entro lassemblea del 4 agosto si riesca a mettere fine a questa telenovela che sta diventando noiosa, trovando unintesa tra maggioranza e opposizione sul nome di un manager». Latteggiamento benevolo del ministro delle Comunicazioni sembra però non aver contagiato affatto gli uffici di viale Mazzini «orfani di presidenza» da più di quattordici mesi.
La carrellata di nomi papabili che si sono susseguiti in questi ultimi mesi, lultimo di pochi giorni fa - di Giulio Malgara linventore dellAuditel che vide una sua nomination a presidente Rai già nel 1994 - hanno contribuito ad allargare le forti frizioni allinterno dellambiente, tantè che per extrema ratio i dipendenti, supportati dai sindacati confederali dellazienda pubblica (Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil) hanno deciso di traslocare i loro disagi davanti al dicastero dellEconomia. Appuntamento per martedì, quando il ministro Siniscalco nel pomeriggio si recherà in commissione di vigilanza Rai, davanti alla quale e con tutta probabilità, si impegnerà a dare un nuovo nome - entro il 4 agosto - al candidato in corsa per la presidenza. Semplice a dirsi ma complicato a farsi, quanto meno in termini temporali. A mancare, stavolta, potrebbero essere proprio i tempi, ma quelli della politica che chiude i battenti e se ne va in vacanza già dal prossimo 28 luglio, rinviando così a settembre il voto di nomina della commissione di vigilanza. Una mossa troppo meditativa e logorante, dicono dallinterno, ancor più per gli equilibri del Cda che avrebbe tutto il tempo per trascinare alla deriva la neo nomina del ministro dellEconomia. «Non ci rassegniamo a questa situazione di stallo - sottolinea Roberto Natale dellUsigrai - la precarietà del vertice rimane inaccettabile. Se fuori dalla Rai cè chi pensa di avvantaggiarsi del permanere di questo stato di cose sino alle elezioni del 2006, dentro la Rai è chiaro che i dipendenti non sono disposti a ciò». Per Daniele Mattaccini (Fistel-Cisl) occorre «una presa di responsabilità di chi per legge è chiamato a decidere» e cioè il ministro Siniscalco che «deve essere il primo a rispettare lo spirito della legge. Chiediamo un atto di responsabilità del Cda». A riapparire allorizzonte, è ancora una volta lo spettro di Marco Staderini in quota Udc, perennemente in bilico tra maggioranza e opposizione allinterno del Cda. «Una paura già collaudata - affonda Flavio Tomei della Uilcom - da chi contribuì con le sue dimissioni a far cadere lex presidenza Baldassarre. Se non ci fossero stati persone come Staderini, Petruccioli sarebbe stato lattuale presidente garantendo stabilità».
A caldeggiare lipotesi di Petruccioli alla presidenza - peraltro già votato ad unanimità dalla commissione - anche Paolo Gentiloni responsabile Comunicazione della Margherita.
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