La lapidazione di Sakineh forse sarà annullata

Teheran Non è escluso che la sentenza di lapidazione per Sakineh Mohammadi-Ashtiani, già sospesa nel luglio scorso, possa essere annullata. Lo afferma un responsabile della magistratura iraniana dopo che sabato il figlio della donna, parlando alla stampa straniera, aveva ammesso la colpevolezza della madre nell’assassinio del marito ma aveva chiesto che la donna non fosse messa a morte.
Anche Sakineh era stata fatta apparire davanti ai rappresentanti dei mezzi d’informazione stranieri, chiedendo di essere «lasciata in pace» e minacciando una querela contro due giornalisti tedeschi in carcere dal 10 ottobre scorso dopo essere stati arrestati mentre intervistavano suo figlio e il suo avvocato.
«Tutto è possibile», ha detto il capo dell’apparato giudiziario della provincia dell’Azerbaigian dell’Est, Malek Ajdar Sharifi, quando un giornalista dell’agenzia Fars gli ha chiesto se la sentenza di morte possa essere annullata. L’Azerbaigian dell’Est ha come capoluogo Tabriz, dove Sakineh è imprigionata, come i due giornalisti tedeschi.
«Nei casi in cui un omicida confessi chiaramente il suo crimine e le prove confermino la confessione - ha detto Sharifi -è facile emettere un verdetto. Ma in questo caso, in cui l’accusata nega o giustifica le sue azioni e ci sono dei punti oscuri nelle prove, il procedimento può prolungarsi nel tempo».
Sakineh Mohammadi Ashtiani, 43 anni, è stata condannata alla lapidazione per adulterio, con sentenza appunto sospesa la scorsa estate. Ma è ancora in attesa di giudizio per l’accusa di complicità nell’uccisione del marito, un’imputazione che potrebbe costarle la condanna all’impiccagione. In un documentario mandato in onda il 10 dicembre scorso dalla televisione iraniana PressTv, la donna confessava di avere aiutato un uomo che presentava come il suo amante, Issa Taheri, a uccidere suo marito. Ma affermava che l’esecutore materiale era stato lo stesso Taheri. Quest’ultimo, tuttavia, veniva mostrato libero nello stesso documentario.


Sabato Sakineh ha potuto incontrare i figli in una casa sotto il controllo della magistratura, dove ha cenato con loro e ha incontrato la stampa straniera. Parlando ai giornalisti, ai quali non è stato consentito fare domande, la donna ha accusato i media occidentali di avere strumentalizzato politicamente, e così complicato, il suo caso.

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