Lasciato da una ventinovenne settantenne si spara in testa

La giovane gli aveva detto addio tre giorni fa. Non sentendolo più, si è recata in casa e l’ha trovato senza vita

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Quando la giovane donna ha deciso di lasciarlo, deve aver pensato ormai che per lui, a 72 anni suonati, quello era l’ultimo «treno» e non ne sarebbero passati altri. Così ha deciso di togliersi la vita, ma nella massima discrezione, in silenzio, senza disturbare, cercando di non creare disagio o pericolo. Per uccidersi infatti si è sparato ma ha pensato bene di infilare un solo colpo nella pistola, munirla di silenziatore e tirare il grilletto dentro la doccia.
Così se n’è andato sabato sera Giancarmine F., «ucciso» dal naufragio della sua relazione con Emanuela F., 29 anni, centralinista, entrambi sardi: lui di Cagliari, lei di Sassari. E anche vicini di casa: il pensionato abitava in via Novara 383, la sua fidanzata nella stessa strada, pochi civici di distanza.
I carabinieri, intervenuti dopo la segnalazione della stessa donna, non hanno saputo mettere insieme molte notizie su di lui. «Un perfetto sconosciuto», è il commento degli investigatori che in queste ore non sono ancora riusciti a rintracciare i suoi famigliari e quindi sapere se l’uomo fosse sposato, separato o vedovo e neppure se avesse figli. Di sicuro a suo carico non c’era assolutamente nulla, una fedina penale immacolata, una vita insomma cristallina e riservata.
Nell’autunno della sua esistenza Giancarmine era riuscito dunque a trovare uno spiraglio di luce e di amore nella relazione con la giovane Emanuela. Amore che alla fine non ha retto al logorio della differenza di età. Così, all’inizio della settimana la giovane donna gli comunica che la loro storia era ormai terminata. Un dolore fortissimo che l’anziano non deve essere neppure stato in grado di dissimulare. Tanto che Emanuela, preoccupata, lo chiamava di frequente per sapere come stava.
All’inizio Giancarmine rispondeva, poi, appena sentiva che era lei dall’altra capo del filo, riappendeva. Infine sabato neppure più quello: l’apparecchio squillava a vuoto. Emanuela allora chiama un’amica, si consiglia con lei, poi si reca in casa dell’ex compagno. Ha ancora le chiavi di casa di un appartamento descritto come «modesto», ma prima preferisce parlare con una vicina. Entrambe decidono che forse è meglio chiamare le forze dell’ordine. Alle 23.50 la centrale operativa dei carabinieri registra la telefonata angosciata delle due donne.
Che poi decidono di prendere il coraggio a due mani e di andare a vedere. Emanuela apre la porta con le chiavi, entra, chiama a gran voce l’ex fidanzato. Nessuna risposta. Un rapido giro delle camere e alla fine in bagno la tragica scoperta. Giancarmine si è sparato alla testa con una vecchissima pistola, una 7.65 mai denunciata.

Però è stato molto attento a non creare pericoli: un solo colpo nel caricatore, così nessuno si sarebbe ferito nel maneggiare l’arma. E poi il silenziatore, per non spaventare i vicini. E infine il luogo scelto, il bagno, anzi il box della doccia in modo da facilitare le successive operazione di pulizia.

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