L'assemblea choc scuote il "Virgilio". La preside in difesa: "Non c'era odio"

Indigna il discorso su Hamas e Israele. E la dirigenza: "Alcuni limiti superati"

L'assemblea choc scuote il "Virgilio". La preside in difesa: "Non c'era odio"
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Sono i fatti che parlano, nel caso "Virgilio". Adesso si sprecano i condizionali e gli avverbi alla "strumentalmente", però i fatti parlano chiaro.

Nel corso della assemblea d'istituto degli studenti, venerdì, uno dei più importanti licei di Milano ha dato spazio, sul tema della guerra di Gaza, a una narrazione unilaterale e oltranzista - altro che "ponti" - che ha suscitato indignazione e stupore nella stessa scuola. Invitati come non meglio precisati "attivisti", e senza alcun contraddittorio, alcuni esponenti dei Giovani palestinesi - con la maiuscola, è il nome di una sigla - hanno presentato la loro organizzazione ricordando che "lotta" - tra l'altro- "per una Palestina libera dal Fiume Giordano al mar Mediterraneo", quindi libera da Israele, indicata come "entità sionista". È stato dipinto un quadro in cui "la Nato, l'Ue e lo Stesso Stato italiano supportano il progetto coloniale sionista" e il sionismo è stato demonizzato (la "lucidità criminale del pensiero sionista"). Sollecitato infine un giudizio sul 7 ottobre, parlando di questo, si è fatto riferimento a una "resistenza armata" che è stata definita "legittima" e qualificata nelle slide come "lotta di liberazione" degli "oppressi". E ha campeggiato questa domanda: "Perché la violenza sionista viene considerata legittima mentre quella anticoloniale terrorismo?".

Dal canto suo, il relatore principale, Maso Notarianni, presidente di Arci Milano, reduce dalla Flotilla, pur prendendo le distanze da chi giustifica "gli attacchi contro i civili", si è lanciato in una lettura psicologica del conflitto, affermando pure che "il popolo ebraico ha bisogno di aiuto". "Riprodurre un dolore che si è subito - ha spiegato - è un sintomo di una malattia. Non è normale, non è giusto". Parole che lo stesso Notarianni si è ben guardato dallo smentire, parlando il giorno stesso con Il Giornale, che lo ha interpellato per riportare anche la sua versione: "Probabilmente la parola malattia è sbagliata - ha ammesso - anche se forse se andassimo a vedere l'etimologia...Parliamo di anomalia", ha concluso.

Quelle parole hanno suscitato un sentimento di incredulità cui ha dato voce un'insegnante, Laura Vergallo Levi che - parlando col Giornale e rivolgendosi anche al ministro - ha manifestato il suo disagio, ripagato poi da attestati di solidarietà e stima. Non ha commentato invece l'Arci, che evidentemente non ritiene di dover chiarire. Ieri è stata una giornata di proteste, al Virgilio. Alcuni studenti del Collettivo hanno impedito, almeno all'inizio della mattinata, il regolare svolgimento delle lezioni. E a proposito dei resoconti sulla vicenda, nel loro comunicato hanno poi accusato la stampa di fare "disinformazione". Un'altra sigla, l'Unione degli studenti, ha invece liquidato il tutto come il "vergognoso" tentativo di "demonizzare chi porta la verità e la solidarietà internazionalista dentro le scuole". Niente di meno.

Anche la dirigente scolastica ieri è intervenuta, spiegando che l'assemblea "è stata autorizzata per permettere a tutti gli studenti di confrontarsi e dialogare (...) nel rispetto dei valori condivisi della non violenza e della condanna di qualsiasi forma di discriminazione".

Ha riconosciuto che "nel corso degli ultimi minuti alcune affermazioni fatte in assemblea hanno travalicato questo limite", ma ha anch'essa parlato di "articoli che riportavano la notizia dell'assemblea stralciando strumentalmente e in modo decontestualizzato esclusivamente questi ultimi passaggi dell'assemblea", ribadendo che il "clima d'odio e di intimidazione" che a suo avviso sarebbe stato addebitato alla "comunità scolastica" è "quanto di più lontano dalle intenzioni e dai valori del Virgilio".

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