Un amaro destino sembra finora segnare le collane dedicate alle grandi opere della letteratura italiana. Nel 1804, una Società tipografica de Classici italiani inaugurò un ambizioso progetto di raccolta della letteratura nazionale, fra alterne vicende portato avanti (ma mai completato) nei decenni successivi. Solo con lo Stato unitario lidea tornò a riaffacciarsi con forza. Dalle pagine del Giornale dItalia, nel 1909, Benedetto Croce annunciava la realizzazione della collana Scrittori dItalia, edita da Laterza, presentando un faraonico progetto di 660 titoli. Di questi, fino al 1987 (quando sinterruppe la raccolta, con LAsino di Carlo de Dottori), solo 179 furono dati alle stampe, per complessivi 287 volumi. Fortuna non maggiore ebbero altri editori. Fra essi Mondadori che, nel 1927, propose la collana dei Classici italiani, sotto la guida di Francesco Flora: 300 volumi, divisi in due serie da 150, luna dedicata ai «maggiori», laltra ai «minori». Nonostante limpegno, le vicende della raccolta furono molto travagliate, causa gli enormi oneri finanziari. Così i due volumi di Machiavelli, usciti nel 1949 e nel 1950, rimasero per sempre privi del terzo mentre delle Opere di Campanella vide la luce solo un volume sui quattro previsti. Il nuovo curatore, Dante Isella, costretto ad abbandonare limpresa, lasciò spazio, nel 1968, alle nuove collane degli Scrittori italiani e stranieri e dei Meridiani. Nel 1951 anche leditore Ricciardi tentò lavventura, dando vita a La Letteratura italiana. Storia e testi. Fino al recente subentro dellIstituto Treccani (che ha riavviato il progetto nel frattempo abbandonato da anni) il risultato si è attestato a 89 volumi.
Negli anni Cinquanta la Utet si rivolse invece a Mario Fubini (e ora a Giorgio Barberi Squarotti) per curare i propri Classici Italiani, adesso giunti al 72° tomo. Fra le altre collane ancora in vita, ma di taglio più commerciale, va ricordata quella targata Mursia, ora al volume quaranta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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