L'atto d'accusa è soltanto un teorema

Questa è la storia di uno sputtanamento che durerà nei secoli. Non è importante il fatto, il dettaglio, è fondamentale il rumore di fondo, il sottile pregiudizio che rimarrà nelle conversazioni salottiere. Sia chiaro, lo «sputtanato» (ci scuseranno i lettori il gergo, che peraltro è molto in voga di questi tempi) ha qualche responsabilità. Poteva essere più accorto. Ma la storia nei suoi fatti è semplice. Il primo magistrato che si è occupato del caso Mondadori (non fateci ripetere tutta la vicenda) disse una cosa semplicissima: Berlusconi non è colpevole.

Passano gli anni, e in appello si arriva alla stessa conclusione in termini di efficacia, ma per l’intercorsa prescrizione dell’eventuale reato. E già qua parte la carica allo sputtanamento: ahi ahi, la prescrizione è una brutta roba, ti tira fuori dal processo senza entrare nel merito. Poco importa che nel merito ci sia entrato precedentemente un magistrato che aveva definito Berlusconi innocente. Si apre la prima pagina del libro: Come ti sputtano Berlusconi. Il processo continua e le pagine si riempiono. Arriva la sentenza della Cassazione che condanna Previti e il giudice Metta (che materialmente scrisse la sentenza favorevole a Berlusconi). Ovviamente la Cassazione non si occupa di Berlusconi: e come poteva farlo, nei due giudizi precedenti era stato ritenuto prima innocente e poi prescritto.

Si chiude la vicenda penale. Tre giudizi, nessuna condanna per Berlusconi. Una bella dose di fango, ma niente di più. Senonché la Bella Addormentata nel bosco, la verginella del capitalismo anglosassone, Carlo De Benedetti, pensa bene di fare una causa civile proprio a Berlusconi e alla sua Fininvest per la questione Mondadori. Poco conta che con lo stesso avesse firmato un accordo (quello di Ciarrapico) e poco importa che nessun tribunale della Repubblica lo avesse condannato per la vicenda. La Bella Addormentata si sveglia e fa causa. Dalle parti della Fininvest sono talmente increduli che si possa arrivare ad alcunché che in bilancio non piazzano neanche un euro per la provvista di un’eventuale sconfitta. E mal gliene incolse. Quando si ha a che fare con la Bella Addormentata sono guai. E arriviamo a ieri. E ai 750 milioni previsti dalla sentenza Mesiano. L’idea di fondo è semplice: se tre giudizi non bastano a condannare un imputato, ce ne sarà sempre un quarto che provveda.

Il giudice Civile ha un atteggiamento «diversificato», diciamo così. Da una parte si ricorda di essere un magistrato civile che si occupa di quattrini e risarcimenti e dunque scrive: «Il Tribunale ritiene qui di poter fare pienamente uso della prova per presunzione» e ancora «il presente è un giudizio civile che ha ovviamente uno statuto meno garantistico di un giudizio penale». Insomma avete capito bene: la prova, anche se non è diretta e conclamata, ma basata su presunzioni è pienamente soddisfacente per Mesiano. Ma dall’altra parte una volta incassata con maggiore facilità questa prova di serie B, il giudice civile la usa per fini penali: «Berlusconi è corresponsabile di una vicenda corruttiva». Ricapitoliamo: un giudice si dice largo di manica nell’accettare le prove per un giudizio civile, ma una volta acquisite quelle prove emette di fatto una condanna penale. Vi sembra strano? È ciò che è avvenuto. Il dispositivo della sentenza che abbiamo letto ieri è un vero e proprio nuovo processo, di fatto penale ma con conseguenze civili, nei confronti di un imputato che era stato appena liberato dai gravami penali fino alla Cassazione.

Andiamo alla sostanza dei fatti.

Ma la sentenza favorevole a Berlusconi fatta nel 1991 dal giudice Metta (poi condannato) come era nel merito? «Certamente gli argomenti della sentenza Metta - scrive Mesiano - hanno un loro valore, ma lo stesso deve dirsi degli argomenti di Cir». Insomma Previti ha corrotto Metta come dice la Cassazione, ma forse la sentenza, anche senza corruzione, sarebbe stata la medesima. Incredibile, ma vero.

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