Roma - Una strage ininterrotta, di cui i 5 morti di Molfetta sono solo l’ultimo tassello di una lunga serie: gli incidenti sul lavoro, dal 2002 a oggi, hanno causato nel nostro paese oltre 9.000 vittime, in pratica quattro morti al giorno di media, domeniche e festivi compresi. Nel 2007, ma sono ancora dati provvisori, i morti sono stati 1.225, e già oltre 180 in questo scorcio di 2008. Sono le cifre fornite da Pietro Mercadelli, presidente dell’Anmil, l’associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro.
Scorrendo i dati, che riguardano sia gli infortuni sul lavoro che le malattie professionali, emerge un trend in calo. Se nel 2002, infatti, i morti sono stati 1.716, l’anno dopo erano scesi a 1.670, poi 1.534, 1.462, 1.493 e i circa 1.225 del 2007. Quasi 500 morti in meno, dunque, tra il 2002 e lo scorso anno. «Ma le statistiche non bastano - sottolinea Mercadelli, che ha partecipato oggi alla presentazione del network tra Acli e Anmil per »Lavoro e Sicurezza« - ogni anno abbiamo un numero impressionante di infortuni sul lavoro, che spesso provocano invalidità permanenti e l’impossibilità di tornare a lavorare. E stimiamo che ci siano 200.000 infortuni all’anno che non vengono denunciati.
Senza contare - ha aggiunto - il dramma delle malattie professionali, che spesso insorgono dopo 20, 25 anni: molte volte si muore senza sapere cosa ha causato la malattia, ignorando che a uccidere sono state le condizioni di lavoro e la scarsa sicurezza».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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