Lavoro, ci sono 1.200 euro da chiedere in azienda: ecco come ottenerli | La guida

Grazie all'articolata offerta pubblica di bonus e agevolazioni, si può ottenere una cifra significativa. Ma c'è una forte inconsapevolezza delle opportunità fiscali

Lavoro, ci sono 1.200 euro da chiedere in azienda: ecco come ottenerli | La guida
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Ci sono 1.200 euro da riscuotere e pochi lavoratori lo sanno. Si tratta della somma media (in realtà si potrebbe arrivare anche a punte di 2.500 euro l’anno) che potrebbe essere disponibile utilizzando tutte le possibilità riservate ai destinatari delle decine di “bonus” che sono messi a disposizione per iniziative di welfare con interventi pubblici. Insomma, ci sono risorse disponibili che non vengono riscosse.

L’articolata offerta pubblica di bonus e agevolazioni, finalizzata al sostegno di necessità essenziali di tipo individuale e familiare, è del tutto sinergica con i contenuti dei piani di welfare aziendale delle imprese, ma non è mai stata integrata con quanto previsto dai Ccnl (contratti collettivi di lavoro), dagli accordi integrativi aziendali o dalle iniziative unilaterali dei datori di lavoro. L’inconsapevolezza delle opportunità fiscali del welfare è documentata da anni dal Rapporto Welfare Index Pmi di Generali (si veda grafico).

Ma c’è di più. Il 90% dei lavoratori dipendenti non conosce il numero complessivo dei bonus pubblici cui potrebbe accedere e questo gap informativo riguarda anche l’88% degli HR Manager. Tale condizione spiega il diffuso fenomeno del non-take-up delle misure pubbliche: una criticità della cui esistenza è edotta la maggioranza dei lavoratori e dei manager. A colmare questa ignoranza e a indicare la strada per riscuotere - quando è possibile - i benefici previsti dalla legislazione pubblica interviene una ricerca, condotta da una società, “Bonoos”, che si prefigge di aiutare le aziende a individuare i percorsi migliori per integrare le prestazioni di welfare aziendale, utilizzando quanto già disponibile dalla normativa pubblica.

Figura 18

Informarsi meglio

La prima edizione della survey sui Public Benefit è stata condotta nel mese di dicembre 2023 mediante la somministrazione di due specifici questionari dedicati a lavoratrici e lavoratori dipendenti di aziende private e ai manager delle Risorse Umane. Questi ultimi, pur evidenziando il gap informativo di cui s’è detto, a differenza dei lavoratori, hanno una corretta percezione degli ambiti di intervento sui quali i bonus e le agevolazioni pubbliche dispiegano i loro effetti di sostegno economico e sociale: il 92% dei manager conosce la “copertura” offerta dai bonus rispetto ai bisogni che si propongono di soddisfare, mentre un’analoga consapevolezza si registra solo nel 21% dei casi tra i dipendenti.

Questo rilevante gap informativo tra i lavoratori è causato dalle difficoltà di accesso alle informazioni e alle agevolazioni cui avrebbero diritto ed evidenzia un’area di intervento urgente che il Welfare Aziendale dovrebbe considerare tra le misure di benessere e di sostegno che complessivamente è in grado di realizzare. E non si tratta solo di benefit pubblici riservati alle situazioni con Isee molto bassi.

L’opinione corrente è che i bonus pubblici si riferiscano solo a situazioni di vulnerabilità economica, mentre nella realtà spesso intervengono sullo specifico bisogno in quanto tale, quindi anche a prescindere dalla condizione reddituale/patrimoniale del soggetto o del nucleo beneficiario della misura. Infatti, un’altra area di scarsa conoscenza è quella dell’accessibilità ai bonus anche da parte di profili e nuclei familiari che presentano una situazione economica caratterizzata da livelli Isee medi e medio-alti (la soglia considerata dall’analisi era quella dei bonus accessibili con Isee a 40mila euro): in questo caso l’82% dei lavoratori non è conoscenza di tale possibilità, mentre tra gli HR Manager non lo è il 74%.

Più provider, meno patronati

È ora di recuperare queste risorse. Come? Innanzitutto, sollecitando l’azienda presso cui si lavora a dotarsi della partnership di provider di welfare aziendali capaci muoversi laddove patronati e Caf non sempre riescono. Le imprese non hanno, sin qui, mai avuto a disposizione una soluzione tecnologicamente capace di risolvere, a vantaggio dei lavoratori e delle loro famiglie, le difficoltà informative e le complessità delle procedure burocratiche che ostacolano l’accesso e l’acquisizione delle varie misure pubbliche e la loro integrazione con il welfare aziendale.

Per i lavoratori un vantaggio sicuro; per le aziende un’opportunità per

aiutare i propri collaboratori, senza gravare troppo sui bilanci aziendali, ma ottimizzando le opportunità del welfare pubblico, che diventa volano per integrare le opportunità aziendali. E per integrare il bilancio familiare.

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