Lazio, un altro tracollo Cinque schiaffi dal Palermo

Lazio, un altro tracollo Cinque schiaffi dal Palermo

Patron Zamparini voleva bleffare quando, pochi minuti prima del match, dichiarava di non fidarsi di «una Lazio incerottata e del pianto degli assenti in settimana». Timori infondati, il suo Palermo fa un sol boccone della squadra di Reja, inedita ma anche sconclusionata nell’assetto tattico per gli infortuni (nove gli indisponibili con Lulic e Dias recuperati in extremis) e che vive una serata da incubo. Molto simile a quella recente di Siena, dove i biancocelesti subirono però «solo» 4 gol. In queste condizioni, sfumata già l’Europa League, anche la corsa al terzo posto diventa in salita.
Facile parlare di risultato annunciato, considerando anche l’ottimo cammino interno dei rosanero - con quella di ieri dieci vittorie su dodici partite al «Barbera» - e l’emergenza in casa biancoceleste, figlia anche di un mercato deludente a gennaio. Il presidente Lotito e il ds Tare, già contestati per il mancato rafforzamento della rosa nella sessione invernale, tornano di nuovo sul banco degli imputati. Dove non c’è Reja, pure espulso dall’arbitro nel finale: troppo improvvisata la Lazio per poter sperare in qualcosa di più: il tecnico, che ha in difesa il numero maggiore di assenze, deve inventarsi una retroguardia a tre con Ledesma centrale e con Dias (nervosissimo, rimedierà il rosso sul 5-0) rientrato dopo 20 giorni, arretra Hernanes sulla linea dei centrocampisti (dove Lulic ha un ematoma al polpaccio sinistro) e impiega il giovane Alfaro al fianco del più esperto Klose, costretto ad alzare bandiera bianca alla fine del primo tempo. E proprio l’attaccante uruguagio, ultimo arrivato a Formello, avrebbe potuto scrivere un’altra storia del match se non avesse fallito una buona occasione dopo 68 secondi.
Logico che il Palermo abbia vita facile, sfruttando soprattutto le disattenzioni laziali negli ultimi 16 metri. La cartina tornasole sono le prime reti in rosanero del paraguaiano Barreto (con tanto di dedica a moglie e figlio) e dell’ex milanista Donati, eterna promessa del nostro calcio che cerca in Sicilia un nuovo rilancio. Belle e quasi in fotocopia le realizzazioni dei due calciatori del Palermo, sui quali ha provato a chiudere - ed è tutto dire - l’Hernanes chiamato da Reja a una gara di grande sacrificio. I giocatori della Lazio parlano in continuazione tra di loro per l’evidente confusione tattica che si vede in campo. Quando poi Silvestre inzucca indisturbato nell’area piccola, cala il sipario sul match. Anche perché la ripresa si apre con l’uno-due della coppia d’oro rosanero: prima il poker siglato da Budan (al 5° gol in 10 partite), poi la cinquina di Miccoli (ieri 400 presenze tra i campionati professionistici e, oltre all’11° gol stagionale, due assist).
Gli unici sorrisi, si fa per dire, in casa Lazio diventano così il gol di Kozak sui titoli di coda e il rientro di Mauri dopo un calvario durato 4 mesi. Un recupero importante, in un momento in cui la barca di Reja naviga in acque perigliose.
Intanto nella curva nord del Palermo si è scherzato sul possibile sbarco degli arabi nel pacchetto azionario rosanero: sei tifosi - alla vigilia del martedì grasso - si sono presentati vestiti con caftano e copricapo arabi, quasi a voler evocare l’arrivo dei petrodollari.

Zamparini invece ha attuato il solito rito scaramantico: breve intervista a Sky, poi via dallo stadio per seguire la partita su un taxi che farà il giro della città. Peccato, si è perso lo spettacolo del suo Palermo che torna in corsa per l’Europa.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica