da Roma
Terza giornata del processo, parlano i deferiti, gli avvocati e i colpi di scena non mancano. Puntuale come un orologio svizzero, Cesare Ruperto apre i lavori alle 9,30: Moggi non cè, il milanista Meani neppure ma, soprattutto, Ruperto non pone limiti di tempo a chi dovrà parlare, anche se spesso è costretto a intervenire per sollecitarne la celerità con la scusante e la furbizia di evitare di uscire dal tema difensivo. Passano Franco Carraro, Diego Della Valle (è assente il fratello Andrea), cè anche lad della Fiorentina Sandro Mencucci che in 20 minuti snocciola tutte le interpretazioni fantasiose e non coerenti alla realtà per quanto riguarda le intercettazioni telefoniche. Salvo poi dilungarsi sulle partite che vedono la Fiorentina coinvolta come illecito sportivo, gare dove i viola hanno spesso subito decisioni negative: quindi la Fiorentina non avrebbe fatto parte del sistema Moggi, tuttaltro.
I fuochi dartificio li accende però lavvocato Scalise, difensore di Paolo Bergamo, che due giorni fa aveva rassegnato le dimissioni dallAia, respinte però dalla Caf. In una giornata Bergamo si è mosso più veloce della luce: ha dato le dimissioni a Piero Ceccarini, presidente della sezione di Livorno, che le ha subito trasmesse a Roma allAia. Non basta perché martedì alle 19, Scalise ha inviato via fax una diffida al commissario arbitrale Luigi Agnolin affinché ratificasse subito le dimissioni. Purtroppo per lui, Agnolin rientrerà solo martedì prossimo e la letterina di Bergamo resterà in attesa dellex fischietto di Bassano. Un altro smacco per Bergamo che non avrebbe voluto essere giudicato e che invece resta a pieno titolo nel processo, anche se il suo avvocato ha deciso di estromettersi dal procedimento. Lo show di Lotito è uno spettacolo nello spettacolo, anche quando chiede (e sa che non potrà esserci) il confronto con Diego Della Valle.
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