da Roma
«Noi vogliano un sistema televisivo più aperto, questo non significa che qualcuno deve andarsene ma che leccesso di posizione dominante, il duopolio di Mediaset e Rai va spacchettato». A prometterlo è stato Piero Fassino durante una trasmissione del canale televisivo a pagamento Sky e anche incontrando i dipendenti della stessa emittente. Un incontro per rassicurare chi lavora nella televisione che nei progetti dellUnione non cè unazzeramento dei privati e che a molti ha ricordato un analoga visita di Massimo DAlema agli studi Mediaset di Cologno monzese quando era segretario dei Ds.
Lattuale leader della Quercia si è rivolto direttamente al magnate australiano che controlla la pay-tv italiana per rassicurarlo che lui non avrà niente da temere. Quando Murdoch venne in Italia per acquistare la tv satellitare lui fu uno dei pochi a non considerare negativamente questa novità: «Dissi a Murdoch - ha ricordato Fassino - che non avevo nessuna paura che lui venisse in Italia perché il mercato è più forte di ogni altra regola, anzi gli dissi che ero ben contento che venisse perché con lui si apriva il mercato. Due mesi fa lho incontrato e mi ha ringraziato perché ero stato uno dei pochi a dire che aveva fatto bene».
Fassino nega di avere progetti di vendetta politica, in caso di vittoria del centrosinistra: «Allargare il mercato non significa mettere in discussione Mediaset», ha assicurato. Sia «Sky che Mediaset che la Rai sono un patrimonio per il Paese, così come penso che anche la Fiat e Telecom siano un patrimonio perché arricchiscono la nostra società».
Il progetto dellUnione è semmai quello di dare al sistema tv, un assetto diverso che «allarghi e moltiplichi lofferta e le occasioni». Ieri, il dettaglio di quale è il progetto della sinistra Fassino non lo ha spiegato, ma qualche elemento in più si trova in una dichiarazione di pochi giorni fa. Se il centrosinistra vincerà le elezioni, assicurò, «faremo una legge sul conflitto di interessi e modificheremo la legge Gasparri: in quel quadro vedremo se Rete 4 passerà sul satellite e se una rete Rai sarà privatizzata. Un nuovo assetto del sistema televisivo con Rete 4 sul satellite e una rete in meno alla Rai non è una misura punitiva».
Ieri il segretario dei democratici di sinistra si è limitato a lodare il mercato che sollecita unapertura, sostenendo che lingresso di un nuovo soggetto è un arricchimento del pluralismo e unincrinatura di quella «cappa» rappresentata dal duopolio della televisione di Stato e di Mediaset.
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