Uno striscione lungo trenta metri, «Milano capitale» la scritta a caratteri cubitali color verde padano. Dietro «tutti quelli che non ne possono più, che reclamano sicurezza» e che «si stringono attorno a quei primi cittadini trattati come criminali per le ordinanze comunali emesse sopperendo così alla latitanza del governo Prodi». Davide Boni, assessore regionale, sintetizza il leit motiv del corteo leghista che domani attraversa il centro.
Appuntamento alle 10.30 in corso di Porta Vittoria, di fronte al Palazzo di Giustizia, e concentramento alla stessa ora per chi viene da fuori regione in piazza Cairoli. Lì, davanti al Castello Sforzesco interverranno i sindaci padani e, poi, Umberto Bossi. Anche il sindaco Letizia Moratti sfila con il Carroccio. Adesione sottoscritta pure da An e dallUdc ma criticata da spezzoni di Forza Italia. «Attendiamo duecentomila persone» preannuncia il capogruppo comunale Matteo Salvini: «Duecentomila lavoratori stufi di pagare per mantenere qualcun altro e in piazza per chiedere le dimissioni del governo Prodi». In piazza anche una delegazione dei disoccupati e del sindacato padano che, spiega Rosy Mauro, «al governo chiede la tutela dei posti di lavoro, un intervento sui mutui e politiche sociali in favore della famiglia».
In marcia dunque ma senza Silvio Berlusconi: «Gli ho chiesto di non intervenire alla manifestazione perché avrebbe avuto un senso solo con la presenza di tutti i leader della Casa delle Libertà» rivela Roberto Calderoli. Che, tra laltro, domani affetterà «una mortadella gigante di 300 chili» mentre Atm devia (per info 800.80.81.81) il percorso di tram e bus.
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