Legambiente: l'Ecopass va allargato. Prestigiacomo: mai detto che non serve

Una piattaforma di interventi per battere l'inquinamento proposta dalla lobby anti-smog. Il ministro dell'Ambiente: "Il ticket ecologico nelle città va inserito in progetti più ampi, come ha già fatto Milano"

Allargamento dell’area interessata, potenziamento dei mezzi pubblici, imposizione del pagamento a tutti i veicoli con differenziazione delle tariffe in base a potenza e dimensioni del mezzo: sono queste, ora che sta per finire la sperimentazione di Ecopass, alcune delle richieste della neonata lobby anti-smog - composta da Legambiente, Ambiente Milano, Genitori Anti-smog e Vas (Verdi, ambiente, società) - che ieri ha presentato una piattaforma di interventi di sviluppo del progetto. «Le nostre associazioni - ha detto Andrea Poggio, vicepresidente di Legambiente - sono d’accordo nel chiedere al Comune di non tornare indietro sull’Ecopass, ma anzi di renderlo definitivo a partire da gennaio 2009. Detto questo, chiediamo che vengano fatte delle modifiche di sviluppo del progetto originario». In particolare, le associazioni chiedono l’estensione dell’area interessata fino alla circonvallazione esterna - dove corrono le linee di autobus 90 e 91 - e successivamente l’allargamento fino alle tangenziali adiacenti la città, con l’istituzione su scala provinciale e regionale di una «Low Emission Zone» per i veicoli commerciali, e orari notturni delle consegne. Accanto a tutto questo, c’è il nodo del potenziamento dei mezzi pubblici e delle piste ciclabili. E in questo senso la lobby anti-smog chiede un uso più efficace e trasparente dei proventi dell’Ecopass, che per legge vanno utilizzati per strategie anti-inquinamento.

Intanto il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo ha chiarito che la sua non è

una bocciatura di Ecopass: «semmai le singole misure rischiano di essere insufficienti - ha detto - se non inserite, come è stato fatto a Milano, in un progetto complessivo che punti a migliorare la qualità dell’aria».

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