La legge «espropria» una nuova casa su dieci per l’edilizia popolare

Franco Orsi, Forza Italia, lo definisce «esproprio proletario» legalizzato. Maria Bianca Berruti, l’assessore alle politiche abitative, dice di no, che non è vero niente. Ma sulla legge che ieri la maggioranza si è approvata, da sola, in un’aula semideserta per la protesta del centrodestra, c’è scritto chiaro e tondo che chi andrà a costruire nuove case, dovrà regalarne almeno il dieci per cento per edilizia residenziale pubblica. Oppure, se non vorrà dare un metro quadro ogni dieci che ne realizza, dovrà pagare la quota valore. Tanto per fare conti pratici, oggi gli oneri di urbanizzazione, cioè quanto paga un costruttore al Comune in cambio dell’autorizzazione a lavorare, sono circa 116 euro a metro quadro, 11.600 euro per un appartamento di 100 metri. Con la nuova legge fortemente voluta e approvata a scatola chiusa dalla maggioranza, per un cento metri quadri il costruttore dovrà pagarne altri 16mila per l’edilizia residenziale pubblica. Balzelli più che raddoppiati in nome della pace con Rifondazione Comunista e la sinistra radicale che fino a pochi giorni fa attaccavano pesantemente la legge Berruti minacciando di non votarla. E chissà su chi andranno a ricadere questi maggiori costi? Non faranno forse lievitare ancora i prezzi?
Franco Orsi fa notare un’altra conseguenza gravissima della nuova legge. E cioè il fatto che questa andrà a gravare su progetti già in corso. Cioè, su chi si è già comprato un terreno. O, ad esempio, sugli Erzelli. Dove il piano di riqualificazione viene finanziato anche grazie a 350 appartamenti destinati alla vendita. Ora di questi, 35 se ne andranno all’edilizia popolare e i conti del piano cambieranno. «A chi comprerà le aree di Cogoleto, base d’asta 50 milioni, la Regione dovrà dire chiaramente che oltre agli oneri di urbanizzazione, ci sarà da destinare 2.300 metri quadri all’Erp», incalza Orsi. Spalleggiato in consiglio anche da Matteo Marcenaro dell’Udc e Gianni Plinio di An. Che hanno fatto anche notare come su questi temi la Corte Costituzionale si sia già pronunciata e sempre in senso contrario al principio della legge Berruti che, tra l’altro, assoggetta all’approvazione e abilitazione di un albo regionale tutti i costruttori di edilizia pubblica. Sarà la Regione a dare il bollino blu a chi è capace di costruire e chi no. L’assessore Berruti ribatte che è tutto falso. E che la legge impone il dieci per cento solo fino a quando i Comuni non approveranno i loro nuovi piani regolatori.

Vero, ma questa approvazione intanto potrebbe richiedere anni anziché i sei mesi ipotizzati dalla legge. E poi la stesse legge impone ai Comuni di inserire, in questi piani regolatori, la quota da destinare all’edilizia pubblica. Il dieci per cento potrebbe diminuire, ma anche aumentare.

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