Dopo Leonardo ecco Warhol e le altre «Ultime ultime cene»

In mostra il celebre «omaggio pop» dell’artista americano Per l’occasione esposte le recenti opere ispirate al Cenacolo

Era il 1987. Erano gli anni della «Milano da bere», delle modelle in giro giorno e notte e della cultura pop. E a Milano Andy Warhol presentava un Cenacolo psichedelico, un gioco di viola e colori industriali realizzati grazie alla stampa in offset: la celebre «Ultima Cena» - al pari dei ritratti di Marilyn e delle bottiglie di Coca-Cola - trasformata in una riproduzione fotografica elaborata nei colori e svuotata nella forma. Per Warhol non era più il tempo di capolavori unici, ma della serialità, nella vita come nell'arte. Commissionata dal gallerista Alexandre Jolas, l'opera fu esposta negli spazi dell'ex refettorio delle Stelline, a 400 metri dall'«Ultima Cena» di Leonardo per inaugurare la sede della Galleria del Credito Valtellinese, situata ancor oggi al civico 59 di corso Magenta. Per celebrare i venti anni di attività, la Fondazione Gruppo Credito Valtellinese riporta l’«Ultima Cena» di Warhol in città, dopo il successo di un'esposizione dell'opera avvenuta già nel 2005 e in felice coincidenza con un'altra mostra dedicata al creatore della Factory aperta alla Fondazione Mazzotta («Warhol-Beuys. Omaggio a Lucio Amelio»).
Questa volta, in una collettiva curata da Philippe Daverio con Dominque Stella, oltre alla celebre interpretazione in chiave pop del capolavoro leonardesco realizzata da Andy Warhol, sono presentati lavori di importanti artisti contemporanei che si sono interrogati sullo stesso tema. «Ultime ultime cene» è infatti il titolo della mostra che nella Galleria del Credito Valtellinese ospita una scultura in marmo di Daniel Spoerri che riproduce un'ultima cena con protagonisti quanto meno originali: da Cleopatra a Freud, da Socrate a Proust. Accanto a questa, l'installazione di Hermann Nitsch, già presentata a Milano sette anni fa al Centre Culturel Français, rappresenta dodici enormi dipinti sui quali sono stati appiccicati dei camici da pittore situati attorno a una grande foto dell'«Ultima Cena» di Leonardo. È un'installazione, ma più minimale, anche quella di Velasco: qui un cane in bronzo lecca delle briciole di pane sparse su una tavolata bianca. Di granito nero è la scultura di Novello Finotti, Antonio Recalcati realizza in cinque oli un'«Ultima Cena» inquadrata secondo il punto di vista di diversi apostoli, Filippo Avalle presenta un ologramma tridimensionale del dipinto leonardesco mentre Dominique Laugé riflette con Valeria Manzi sugli Apostoli.
Il percorso della mostra continua, per chi vuole apprezzare l'originale del Da Vinci, al Cenacolo (prenotazione obbligatoria: 02.89421146) e poi nella piccola sacrestia del convento di Santa Maria delle Grazie che, per la durata della mostra, ospiterà la nuova opera di Martial Raysse.

Ex enfant terrible dell'arte francese, ora Raysse s'interroga in un dipinto intitolato «Heureux Rivages» sui molteplici significati del pane e del vino, simboli dell'eucaristia.
«Ultime ultime cene»
Galleria Credito Valtellinese
Corso Magenta 59
Fino al 16 febbraio, ore 8.15-18.45 Lunedì chiuso Ingresso libero

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