Blake e Mortimer, un fumetto spionistico che guardava al futuro distopico

La serie a fumetti francofona ideata nel 1946 da Edgar P. Jacobs immaginava un futuro distopico che avrebbe trascinato il mondo nella terza guerra mondiale: da una parte sarebbe si sarebbe trovata un'alleanza pari alla Nato, dall'altra l' "Impero giallo".

Blake e Mortimer, un fumetto spionistico che guardava al futuro distopico

Quando mi sono casualmente imbattuto nella descrizione di Francis-Percy Blake, coprotagonista del fumetto belga Blake e Mortimer, ricordo mi dissi: "Finalmente ho trovato un eroe dei fumetti adeguato alle mie aspettative". Forse più di Corto Maltese e de Gli scorpioni del deserto di Hugo Pratt? Era possibile.

Blake, con la sua immancabile pipa in bocca e i baffi marzialmente definiti, secondo quanto vuole la sua storia era nato in Galles, dove aveva scelto il mestiere delle armi entrando nello Staff College della Royal Air Force per diplomarsi con il grado di capitano.Trascorsa la prima parte della sua carriera nella Raf, viene inquadrato nell'Aviazione navale inglese, il Fleet Air Arm, come capo squadriglia e imbarcato sulla portaerei Hms Intrepid. È al termine del conflitto mondiale che sarà distaccato presso un'istallazione militare di Scaw Fell, dove, nella massima segretezza veniva progettato l'Espadon, aereo-sottomarino ideato dal suo futuro sodale, il professor Mortimer. Le spiccate qualità di Blake lo portano al servizio della quinta sezione del Military Intelligence, meglio noto come MI5, il controspionaggio per essere chiari, dove viene apprezzato per la sua imperturbabile compostezza e la capacità di infiltrarsi. Freddo e distaccato, come sport preferisce praticare il polo, il golf e lo yachting. Rimandando la nostra attenzione agli hobbies esclusivi e aristocratici classici degli agenti segreti del filone Bond.

Non meno interessante è poi la figura di Philp Angus Mortimer, che ricorda nei tratti in linea chiara un celeberrimo Blake della storia vera: ossia un maturo George Blake, spia doppiogiochista che fu al soldo degli inglesi come dei sovietici per quasi un decennio. Altro accanito fumatore della pipa, Mortimer è descritto come un geniale fisico nucleare di orgini scozzesi, appassionato uomo di scienza è anche investigatore dilettante che nutre fascinazioni per occultismo e misteri archeologici; ma soprattuto è l'ideatore di prodigiose macchine come il leggendario "Espadon": un mezzo che può viaggiare in mare e in cielo, sul quale verte la prima avventura (Il Segreto dell’Espadon, ndr) che vede impegnata la premiata coppia di "agenti" al servizio dell'Occidente per la salvaguardia dell'umanità.

Ciò che colpisce di più nell'approccio con gli albi a fumetti disegnati e sceneggiati nel 1946 da Edgar P. Jacobs, è forse lo scenario fantascientifico e distopico, accompagnato però da dettagli minuziosi che mostrano lo sforzo posto in essere dall'autore per offrire al lettore situazioni, armamenti, scenari e avversari ipotetici quanto meno realistici - molto realistici, con il senno di poi. Esilarante la breve striscia iniziale dove l'agente del controspionaggio si riferisce ai vertici politici come impegnati a parlare di vacuità: "L'Onu, l'opinione pubblica, non sanno parlare d'altro (...) Impossibile cacciar loro in testa che circostanze eccezionali richiedono misure eccezionali e che è follia quando l'incendio è già divampato chiedere il permesso di chiamare i pompieri!".

Il "realismo" fantastico di Blake e Mortimer

In una saggio dedicato alla saga a fumetti - che conterà in tutto 27 albi, di cui solo 8 con sceneggiatura originale e disegni originali di Jacobs - da Andrea Sani, l'espressione “realismo fantastico” sa ben racchiudere l'atmosfera in cui Blake e Mortimer si trovano puntualmente coinvolti. Ciò è stato reso possibile, sottolieano esperti e appassionati, dall'accurata documentazione che il fumettista belga, intimo conoscente di Hergé (l'autore delle Avventure di Tin Tin, ndr), ha sempre portato a termine prima di dare vita all'intreccio di china - dove il ​colore si rende strumento trasmettitore dell'emozione dominante - che mirava a rivolgersi ed affascinare un lettore giovane quanto esigente. Come era il lettore di albi a colori di quegli anni. Viene addirittura citato, e non fantozzianamente, un certo collegamento con l'immaginifico e la rappresentazione espressiva del cinema espressionista tedesco che porta al Das Cabinet des Dr. Caligari di Robert Wiene.

Così la purezza della ligne claire tipica della scuola francobelga da vita a trame "sofisticate" per la narrazione fumettistica, che seppure restano di facile leggibilità - a volte ridondante - attingono in riferimenti mitologici, letterari come la città perduta di Atlantide o le Piramidi, passando per una fredda Berlino divisa dalla cortina di ferro della Guerra Fredda. "Come sottolineato negli editoriali che accompagnano ogni uscita, uno dei problemi delle riedizioni delle avventure scritte da Jacobs è di ordine filologico", commenta non a torto in una sua recensione Simone Rastelli; ma ciò non basta a non rendere attraenti gli albi di Edgar P. Jacobs e degli autori che hanno raccolto il suo testimone dopo la sua morte, avvenuta nel 1987. Appena quattro anni dopo la scomparsa Georges Prosper Remi, noto al secolo come Hergé.

Dal primo all'ultimo Espadon

Le vicende di Blake e Mortimer hanno inizio in un momento "devastante" per l'Alleanza Occidentale che viene attaccata dall'Impero Giallo coadiuvato dalle conoscenze del Colonnello Orlik, un misterioso e malvagio ex-ufficiale tedesco che ha venduto la sua lealtà alla Superpotenza militare che controlla l'Eurasia. Sono proprio i piani di un'arma più ambiziosa mai immaginata da uomo, l'Espadon, progettato dal professor Mortimer a promettere un bilanciamento del conflitto che vede gli alleati ridotti a una resistenza disperata e costretta alla clandestinità.

Era il 1946 quando Jabobs firmava i primi tre albi della serie, e possiamo notare solo a posteriori quanto visionario fosse stato l'autore nel prevedere una "corsa" ad armamenti sempre più sofisticati e futuristici nel campo di quella che sarebbe divenuta nota come strategia della deterrenza: realtà che avrebbe influito e non poco sull'assetto bipolare del mondo. Tenuto il dovuto conto del "successo" ottenuto in passato da questo plot, tutti i team che succederanno il defunto ideatore della saga cercheranno sempre di ricalcare tale spirito, trovando appigli nella vecende del passato per sviluppare trame fantasiose quanto avvincenti che prevedono sempre una netta distinziona tra il bene e il male, tra l'onorevole e il disonorevole, dove coraggio ed eroismo per una giusta causa trionfano sempre in modo lineare o, il più delle volte, rocambolesco.

Elemento tipico che riappare ne L'Ultimo Espandon, pubblicato nel 2021 ad opera di Jean Van Hamme, Peter van Dongen, e Teun Berserik, è poi la mitica arma di Mortimer, di nuovo protagonista quando un attentato a Buckingham Palace in un teorico 1948 viene progettato avvalendosi dello stesso tipo di "scambio di persona" che abbiamo visto in Operazione Tuono di 007. Blake e Mortimer, come James Bond di Fleming, sapranno ancora una volta cosa cosa fare per salvare suà maestà e il mondo intero con quel savoir-faire dalle spie d'altri tempi.

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