Letteratura

Adesso per gli ultras del politicamente corretto è vietato dire "brutto" e "grasso"

Via i termini offensivi come "grasso", "brutto" e "pazzo" dai capolavori per l'infanzia di Roald Dahl. È polemica per le versioni politally correct dei romanzi dello scrittore. Rushdie: "Censura assurda"

Adesso per gli ultras del politicamente corretto è vietato dire "brutto" e "grasso"

Anche i romanzi per l'infanzia di Roald Dahl avevano bisogno di essere rivisti e corretti, adattati all'ideologia dominante della correttezza politica a tutti i costi e dell'inclusività. Le ultime edizioni dei libri del celebre scrittore britannico, autore di capolavori assoluti come La fabbrica di cioccolato (1964) e Matilde (1988), hanno subito importanti modifiche e parole come "grasso", "brutto" e "pazzo" sono state tolte, ha riferito per primo il Telegraph. In una nota, citata dal quotidiano inglese, l'editore Puffin ha affermato che alcuni testi sono stati riscritti per garantire che i libri di Dahl "possano continuare ad essere apprezzati da tutti oggi". La Roald Dahl Story Company, che gestisce i diritti d'autore dei romanzi dello scrittore morto nel 1990, ha collaborato con Puffin per aggiornare i testi, ma assicura che "l'irriverenza e lo spirito tagliente" dei libri originali non sono andati perduti.

Via la parola "grasso" da tutti i libri dello scrittore

Per rendere i classici di Dahl più "contemporanei" e "inclusivi", attenti al rispetto di tutte le minoranze così come chiede la fede "woke", Puffin e la Roald Dahl Story Company si sono affidati alla consulenza di Inclusive Minds, che si definisce "un collettivo per persone appassionate di inclusione, diversità, uguaglianza e accessibilità nella letteratura per bambini". Nel concreto, dai romanzi dello scrittore inglese è stata tolta la parola "grasso". Augustus Gloop, di "Charlie e la fabbrica di cioccolato", ora è semplicemente "enorme" piuttosto che "enormemente grasso". Zia Sponge, da "James and the Giant Peach", non è più "quella grassa", riferisce sempre il Telegraph. L'editore ha anche deciso di rimuovere la parola "brutto": anziché essere "brutta e bestiale", la signora Twit di "The Twits" ora è semplicemente "bestiale". Via anche il termine "pazzo", che Dahl ha usato in numerose occasioni. Le nuove edizioni cercano anche di "modernizzare" la rappresentazione delle donne nei libri.

Svolta politically correct

Nel romanzo Le Streghe (1983), in un paragrafo che spiega che le tanto temute streghe sono calve sotto le loro parrucche, ora si legge: "Ci sono molte altre ragioni per cui le donne potrebbero indossare parrucche e non c'è certamente niente di sbagliato in questo". Introdotti anche termini neutri rispetto al genere: mamme e papà diventa così "genitori". Un rappresentante della Roald Dahl Story Company ha dichiarato a Insider: "Vogliamo assicurarci che le meravigliose storie e i personaggi di Roald Dahl continuino ad essere apprezzati da tutti i bambini di oggi. Quando si pubblicano nuove tirature di libri scritti anni fa, non è insolito rivedere il linguaggio utilizzato insieme ad aggiornare altri dettagli tra cui la copertina e la pagina di un libro. Il nostro principio guida - ha aggiunto -è stato quello di mantenere le trame, i personaggi e l'irriverenza e lo spirito tagliente del testo originale. Eventuali modifiche apportate sono state piccole e ponderate attentamente".

Ma la svolta "woke" dei romanzi di Dahl scatena le polemiche. Duro il commento dello scrittore iraniano Salman Rushdie, aggredito e gravemente ferito l'anno scorso durante un evento nello stato di New York: "Roald Dahl non era un angelo, ma questa è una censura assurda", ha scritto Rushdie su Twitter. "Puffin Books e la Da Story Company dovrebbero vergognarsi". Critica anche Pen America, una comunità di 7.500 scrittori che sostiene la libertà di espressione, la quale ha dichiarato di essere "allarmata" dalle notizie sulle modifiche ai libri di Dahl.

"Così viene distorto il lavoro degli scrittori" ha spiegato in una nota. Il rischio c'è: non è che a forza di rendere tutto così piatto e inoffensivo per accontentare una minoranza fortemente ideologizzata si snatura il lavoro degli scrittori? Piuttosto, non varrebbe la pena spiegare ai più piccoli che questi libri, come tutte le opere, sono figli del loro tempo e vanno contestualizzati? È così difficile?

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