Egregio Direttore, come ogni anno la stagione scolastica è iniziata con tutte le sue problematiche, le critiche al ministro Gelmini, gli insegnanti in rivolta, polemiche e studenti frustrati ancor prima di sedersi in classe. Ancora ieri un corteo di insegnanti e genitori ha paralizzato la città per sfruttare la platea del Nautico.
Qualche settimana fa ho ascoltato le dichiarazioni dello scrittore francese Daniel Pennac, la sua teoria sostiene che ai ragazzi di oggi manca un'autorità morale senza la necessità di un voto brutto in condotta.
Personalmente, lavoro nella scuola da qualche anno ed è facile osservare l'evoluzione in negativo dei nostri giovani. Frustrazione, paura, ira e paralisi sono ben radicati in questi adolescenti con famiglie disunite ed insegnanti disinnamorati che vedono i ragazzi pigri, svogliati e con poche potenzialità. In parte è vero, ma cerchiamo di valutare fino dove arrivano le loro colpe rispetto al valore famiglia che va a spegnersi sempre di più. Mi è capitato di confrontare temi fatti in classe vent'anni fa con quelli di oggi, il risultato è stato pessimo: mancanza di vocaboli, errori grossolani d'ortografia e forma, per non parlare di una grafìa per lo più incomprensibile rispetto al passato. Le scrivo perché nel mio piccolo mi piacerebbe fornire un «assist» a questi ragazzi facendo una premessa: i loro bisogni fanno a pugni con le loro paure, di conseguenza negli ultimi anni ho «sentito» nella loro figura un forte disagio nell'essere valutati.
La pagella è l'esempio migliore (o peggiore), un momento delicato per molti, le ambizioni diverse, la delusione dei genitori, l'ipotetico fallimento, il sentirsi etichettati. Ho visto ragazzi falsificare la firma su pagelle e pagelline, renderle con grande ritardo, piangerci sopra. Purtroppo negli ultimi anni a livello nazionale ma anche a Genova alcuni di questi sono scappati di casa o volati nel vuoto con gesti estremi che hanno lasciato nell'incredulità le persone care.
Troppo importante per non riflettere su questo, ma cosa si può fare?
Far capire che essere valutato fa parte della vita scolastica, oltre ad essere aiutato. Inoltre credo che la pagella o pagellina che sia, debba essere accompagnata da un messaggio chiaro per giovani e genitori, uno strumento per avvicinare e ricreare la comunicazione Genitori/Figli/Scuola. Manca la comunicazione, manca un momento di confronto sereno che può scoperchiare e risolvere un disagio quasi sempre nascosto nei più giovani ed incomprensibile per mamme e/o papà.
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