La «lezione» di Sgarbi agli assessori: No alla mafia dell’arte

Vittorio Sgarbi dà una «lezione» agli altri assessori. Dopo le dure critiche della scorsa settimana (quando il critico d’arte era in missione all’estero) e lo scampato «licenziamento», ieri in giunta Sgarbi ha spiegato per oltre un’ora ai colleghi le linee che guidano la sua politica culturale. «Non sono un provocatore - afferma -. Ripropongo la linea di Giovanni Testori, faccio emergere, anche con immagini forti, il sommerso, lo sconosciuto, portando a Milano quello che altrove non si può vedere». Esiste in Italia, attacca, «una cupola, una mafia dell’arte che a Roma, Torino, Bologna, Napoli fa vedere sempre le stesse cose, ma io non mi accodo al sistema».

Complimenti dal resto della giunta, che appena una settimana fa metteva in discussione la professionalità di Sgarbi (qualcuno lo ha pregato di essere “risparmiato” dalle critiche sulla stampa). Nei prossimi giorni l’assessore riferirà anche in consiglio. Via libera alle contestate mostre fotografiche di Saudek e Witkin, non a Palazzo Reale ma al Pac.

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