A lezioni di «privacy» in guanti bianchi: maggiordomi si diventa

Via al primo corso nazionale per «butler». Apprendistato al «Seven Stars» in Galleria

La cerimonia è stata solenne, quasi un'investitura cavalleresca: quattordici uomini e sei donne, scelti tra più di cento candidati, hanno ricevuto un paio di guanti bianchi, simbolo della nuova professione che stanno per intraprendere: quella di maggiordomo, o, come loro preferiscono dire, butler.

Sono gli allievi del primo corso di specializzazione nel nostro Paese promosso dall'Associazione italiana maggiordomi (www.maggiordomi.it), che si svolge, per le lezioni alle Emit di piazza Cantore e, per le esercitazioni al Seven Stars Galleria. Tra le materie, le pubbliche relazioni, la legislazione sulla privacy, il bon ton, la cultura dei diversi Paesi, la degustazione di ogni tipo di bevanda di lusso, dallo champagne al tè e la cura dei gioielli.

Il maggiordomo infatti non è un domestico ma una sorta di assistente personale per la gestione della casa, con un ruolo simile a quello della segretaria in un ufficio: ordina le forniture di cibo e bevande, organizza i viaggi del padrone, si prende cura degli ospiti. Oppure lavora in un albergo di superlusso, dove è a disposizione di un singolo cliente: gli disfa le valige, lo consiglia sui luoghi da visitare in città e soddisfa ogni capriccio, dai sigari della marca preferita ai biglietti per uno spettacolo particolare. Non si sporca mai le mani: al massimo serve a tavola, ma le pulizie spettano alle cameriere.

«Mi sono iscritta a questo corso perché sono affascinata dal mondo delle élite, forse perché vengo da una famiglia di nobili decaduti» spiega Irena Waliczenka, di origine russa e polacca, con un passato da ballerina «e poi, quando ho visto Pretty Woman mi sono identificata, più che nella protagonista nel direttore dell'albergo: una persona capace di aiutare gli altri e risolvere qualunque problema con discrezione e classe». Discrezione è una parola chiave, per il maggiordomo. «Bisogna saper essere sempre presenti e prevenire ogni esigenza del padrone - spiega Roberto Andresciani, da anni al servizio di un diplomatico residente a Roma - senza mai essere invadenti. Ma se commette un errore di stile, per esempio nell'organizzazione di un ricevimento, è giusto farglielo notare, con i dovuti modi. Bisogna entrare in sintonia con il datore di lavoro e, se ci si riesce, si diventa insostituibili».

La paga è allettante: «Lo stipendio di un butler assunto in un hotel va dai 2.500 ai 3.000 euro lordi al mese, con due giorni di riposo alla settimana» dichiara il presidente dell'Aim Arturo Visconti. Per chi lavora nelle case private, le paghe sono ancora migliori. Ma bisogna scordarsi la vita privata. Le ferie si prendono se e quando il padrone e la sua famiglia decidono di partire per le vacanze. «Quando lavoravo in America - racconta Natale Ciani, maggiordomo freelance che organizza ricevimenti - ho conosciuto il butler di Bill Clinton. Girava anche lui con le guardie del corpo e si dedicava al lavoro 24 ore su 24».

«Ma se uno vive in un castello, che bisogno ha di vacanze?- sostiene Andrea Profili -.

«Io ho lavorato al servizio di una famiglia di principi tedeschi, imparentati con i reali di Monaco. Davano feste a cui partecipavano alti prelati e teste coronate». Ovviamente non può fare nomi: il rispetto della privacy è sacro dovere di ogni maggiordomo.

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