«Liberazione» scopre che Cuba è un inferno

Reportage sui giovani che sognano la fuga

Contrordine compagni! Cuba, il paradiso caraibico dei lavoratori è un inferno. Se n’è accorta perfino Liberazione, quotidiano del partito della Rifondazione comunista. Che ieri, sotto il titolo «Cuba, si salvi chi può...i giovani sognano la fuga» ha pubblicato un reportage dall’Avana talmente severo sulle miserie morali e materiali dell’isola di Fidel da far venire una crisi di nervi ai trinariciuti (ce ne sono ancora molti, anche in Rifondazione che pure ostenta di voler superare i miti della tradizione comunista) di tutta Italia. Nell’articolo dell’inviata Angela Nocioni Cuba appare finalmente per quello che chiunque l’abbia visitata senza essere accecato dai fumi dell’ideologia ben conosce: un poverissimo Stato di polizia dove è vietato tutto ciò che potrebbe aprire gli occhi ai sudditi, dai media liberi (vietati quelli cubani, oscurati quelli esteri) ai contatti con gli stranieri (perfino all’asilo sono accettati solo bimbi cubani), fino a internet, sostituita da una versione locale ipercensurata.

Ed è il Paese da cui chi ha meno di quarant’anni vuol fuggire a ogni costo, al punto che al cimitero dell’Avana sugli ex voto lasciati sulla frequentatissima tomba di una donna che «fa miracoli» si può leggere «grazie per il visto». Una lettura sorprendente e istruttiva. Peccato per quel classico ritardo di qualche decennio...

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