da Milano
Pensava che il peggio fosse passato alle otto della sera, quando finalmente il rapinatore laveva lasciata in pace. E invece no: Maria Torlaschi ha scoperto che il seguito era anche peggio. Ora butta fuori la rabbia: «Avrebbero potuto fermare quelluomo, ma non lhanno fatto e lui ha ucciso». Il Procuratore della Repubblica di Bergamo ha affermato lesatto contrario: se Maria, rapinata il 22 febbraio nel suo negozio di Caravaggio, non avesse tardato quattro giorni a denunciare laccaduto, unaltra donna, Luigia Polloni, ora sarebbe viva.
Ma lei non ci sta. E ricostruisce questa settimana di follia: Vincenzo DErrico, tossicodipendente con una lunga lista di precedenti sulle spalle, si è presentato in negozio a Caravaggio nel pomeriggio del 22 febbraio: «Mi ha minacciata con una siringa, mi ha legata in bagno a una poltrona, usando scotch e spago, ha rapinato lincasso, poi si è preso il Bancomat, è uscito a prelevare ed è ritornato».
Un pomeriggio di terrore, finché DErrico ha deciso di togliere il disturbo. «Prima mi ha detto di stare attenta: se avessi denunciato la rapina, si sarebbe vendicato». Maria si è ripresa, ci ha pensato su e il 26 è andata dai carabinieri. Nel giro di unora i militari hanno dato nome e cognome al rapinatore. «Il maresciallo mi ha rassicurata: Questuomo ha commesso una sfilza di reati, compreso il sequestro. Da qui stasera uscirà in manette, anche se non cè la flagranza». Intorno alle 20, il colpo di scena: «Il sottufficiale, mortificatissimo, mi ha spiegato che il pm aveva rifiutato di convalidare il fermo - richiesto per il pericolo di fuga -.
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